Come funziona l’anticipo TFR dei dipendenti pubblici?

Trattiamo l’argomento in relazione al messaggio Inps  n. 430 del 30/01/2023 che ha introdotto un’importante novità in materia.

Non tutti sanno, infatti, che la disciplina del trattamento di fine rapporto, meglio nota come liquidazione, è differente tra settore pubblico e privato, come chiariremo.

Qui, nello specifico, ci occuperemo del contenuto del messaggio Inps e della sua applicazione ad una specifica categoria di dipendenti pubblici.

TFR: cos’è e a chi spetta

Ovviamente, per prima cosa chiariamo cos’è il TFR, quando si applica e qual è la differenza tra TFR dei dipendenti privati e pubblici.

Il Trattamento di Fine Rapporto si sostanzia in una somma di denaro che il datore di lavoro versa al dipendente al termine del rapporto di lavoro. Disciplinato dal Codice Civile e altre specifiche disposizioni normative, esso rappresenta un vero e proprio diritto per il lavoratore subordinato.

Sebbene, di norma, esso viene pagato alla cessazione del rapporto di lavoro, non è esclusa la possibilità di richiederlo in anticipo.

Proprio su questo aspetto si colloca la distinzione tra dipendenti pubblici e privati.

A questi ultimi solamente è, infatti, riconosciuta questa facoltà. Lo statuisce il Codice Civile all’art.2120, in base al quale il lavoratore privato ha diritto ad un anticipo del trattamento di fine rapporto nel limite massimo del 70% del Fondo già accumulato e nei limiti delle motivazioni previste dalla normativa.

Come si Calcola il TFR?

L’importo si determina sommando, a ciascun anno di servizio, una quota pari all’importo percepito all’importo retributivo dovuto per l’anno stesso della cessazione del rapporto di lavoro diviso per 13,5.

Il datore di lavoro, infatti, accumula durante il rapporto di lavoro una somma ricavata da una quota dello stipendio del lavoratore (cosiddetta  “maturata” o “dovuta“) e che versa, a titolo di TFR, in un Fondo o vincola in un apposito istituto previdenziale o assicurativo.

Anticipo TFR Dipendenti Pubblici

Come abbiamo già accennato, il messaggio Inps n.430 ha introdotto un’interessante novità. Ci riferiamo alla possibilità per i dipendenti pubblici di accedere all’anticipo del TFR, ma a date condizioni.

Si tratta dell’applicazione di una misura emanata già nel 2022 e in via del tutto sperimentale per il triennio 2023-2025.

Infatti, già dal 1 febbraio 2023 è possibile procedere con la richiesta dell’anticipo. Ma chi, tra i dipendenti pubblici, ne ha diritto?

In linea generale, essa spetta a tutti gli iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, cessati dal servizio o aventi diritto a una prestazione di TFR non ancora interamente erogata, per i relativi importi maturati, disponibili e non ancora riscuotibili.

La novità sta nel fatto che la richiesta può essere inoltrata all’Inps, salvo decidere di ricorrere al tradizionale sistema del prestito bancario, a cui accenneremo in seguito.

Inoltre, questa possibilità viene riconosciuta anche ai dipendenti pubblici.

I Destinatari nello specifico

Nello specifico a beneficiare della misura sono:

  • I percettori di pensione diretta a condizione che abbiano confermato l’adesione al Fondo Credito anche per il periodo di pensione;
  • I soggetti cessati dal servizio senza diritto a pensione che, a seguito di un nuovo impiego, risultino iscritti al Fondo Credito, ex lege o volontariamente;
  • il personale militare in ausiliaria iscritto al Fondo.

Per quanto concerne i pensionati, sono da intendersi tutti coloro che percepiscono una pensione ordinaria, ma anche ad una delle tipologie di pensionamento anticipato. Rientrano, quindi, nella platea dei beneficiari anche i prepensionati con Quota 100, Quota 102 o Quota 103, Opzione Donna, pensione anticipata o di vecchiaia.

Anticipo TFR Inps: come funziona

Una delle condizioni necessarie per accedere al beneficio è l’adesione al Fondo Credito, ossia il Fondo della Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali responsabile dell’erogazione di numerose prestazioni creditizie e sociali ai dipendenti pubblici che, a loro volta, versano al un’apposita contribuzione al Fondo stesso.

L’Inps ha dettato precise linee guida in merito al funzionamento della procedura di richiesta e ottenimento dell’anticipo TFR.

Prima di analizzare le modalità di presentazione della domanda, chiariamo ulteriori aspetti in merito alla misura.

Uno dei vantaggi della richiesta all’Inps riguarda le condizioni del finanziamento, che prevedono l’applicazione di un tasso di interesse fisso pari all’1% e una ritenuta dello 0,50% per le spese di amministrazione sostenute.

L’anticipazione può essere richiesta per l’intero ammontare maturato o per una parte dello stesso, ma limitatamente all’importo del TFR maturato, disponibile e esigibile dopo almeno sei mesi dalla domanda,con erogazione, in ogni caso, in un’unica soluzione al netto di interessi e spese e restituzione al Fondo.

Anticipo TFR Dipendenti Pubblici: Come Presentare la Domanda

La domanda può essere presentata direttamente tramite il portale Inps, in modalità telematica. Nella domanda è necessario specificare:

  • l’ammontare del finanziamento, ossia se per un importo pari all’intero TFR o per un importo minore;
  • se intende ricevere il finanziamento per l’ammontare effettivamente disponibile, qualora parte della somma richiesta sia già assoggettata a cessioni o vincoli.
  • se il TFR è corrisposto in seguito a pensionamento, cessazione dal servizio senza diritto a pensione, nuovo impiego con iscrizione alla Gestione Unitaria.

Una volta ricevuta e valutata la domanda, l’Istituto elabora una proposta di cessione che il richiedente dovrà confermare entro 30 giorni. L’iter si conclude con la formale accettazione della domanda da parte dell’Inps e comunicata da questo all’interessato. Una volta formalizzato, il contratto è irrevocabile e l’interessato non può in nessun caso restituire anticipatamente le somme erogate.

Anticipo TFR Dipendenti Pubblici Tramite Prestito Bancario

Abbiamo detto che uno dei vantaggi di presentare domanda per l’anticipazione del TFR all’Inps è per il tasso di interesse vantaggioso applicato (1%). Vantaggioso, però, rispetto a cosa? A quello bancario, ad esempio.

Un’alternativa, infatti, è quella di richiedere l’anticipo ad un istituto di credito. Una soluzione, questa, che presenta alcuni svantaggi, quali:

  • tetto massimo finanziabile fino a 45 mila euro;
  • tassi di interesse fino al 4%;
  • procedura di richiesta più lunga, dovuta alla necessità di richiedere all’Inps il rilascio della certificazione e della quantificazione del TFR maturato;
  • tempi di erogazione più lunghi, con conclusione dell’iter in un arco di tempo pari complessivamente a 3-4 mesi.

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