Questo mese i dipendenti del Terziario, Commercio, Distribuzione e Servizi Confcommercio riceveranno la tanto attesa buona notizia: il primo aumento in busta paga previsto dal rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro dello scorso marzo. L’importo aggiuntivo forfettario, che sarà corrisposto in due tranche, porterà un incremento di 350 euro lordi per i lavoratori di IV livello, con le cifre riparametrate per i Quadri e per tutti gli altri livelli.

Tuttavia, non tutti i dipendenti riceveranno l’importo pieno. L’aumento in busta paga dipenderà dal livello retributivo e dalle condizioni contrattuali di ciascun lavoratore. È importante comprendere i dettagli di questa importante novità per il 2023 e il 2024, in modo da poter pianificare al meglio le proprie finanze.

Cosa prevede il taglio del cuneo fiscale per il 2024

Il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori con redditi più bassi è stato riproposto nella legge di bilancio 2023 anche per il 2024. Questa misura, iniziata nel 2022 sotto il Governo Draghi, prevede una riduzione delle aliquote contributive fino al 6-7% per diverse fasce di reddito.

Ecco i principali punti da sapere sull’aumento in busta paga grazie al taglio del cuneo fiscale nel 2024:

  • La riduzione del cuneo fiscale è confermata anche per il 2024 con le stesse aliquote del 2023.
  • L’esonero contributivo per i lavoratori dipendenti attualmente in vigore continuerà anche nel 2024.
  • Il governo ha espresso l’intenzione di potenziare ulteriormente le misure a favore dei ceti meno abbienti, ma la stagnazione dell’economia degli ultimi mesi ha costretto a escludere un taglio ulteriore del cuneo fiscale.

Questo significa che i lavoratori con redditi più bassi potranno beneficiare di aumenti netti in busta paga anche nel 2024, grazie alla conferma del taglio del cuneo contributivo.

Aumento busta paga: gli importi dal 2023 al 2024

Grazie al decreto lavoro 48 2023, ci sono nuovi aumenti in busta paga per i lavoratori dipendenti. Questo intervento prevede un aumento della busta paga attraverso un adeguamento al netto in busta paga, grazie a un esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali.

Nello specifico, l’esonero contributivo è stato aumentato dal 2% al 6% per i redditi imponibili mensili fino a 2.692 euro (circa 35.000 euro annui). Per i redditi imponibili fino a 1.923 euro mensili (circa 25.000 euro annui), l’esonero è stato aumentato dal 3% al 7%.

Ciò si traduce in un aumento della retribuzione netta in busta paga di 90-100 euro per i redditi fino a 35.000 euro annui, e di 60-70 euro per i redditi fino a 25.000 euro annui. Questa novità è in vigore dal 2023 e si protrarrà fino al 2024.

È importante notare che il nuovo taglio del cuneo fiscale non si applica ai ratei di tredicesima, come specificato dalle istruzioni fornite dall’INPS dopo la pubblicazione del decreto lavoro 48 2023.

Inoltre per comprendere al meglio il sistema del calcolo e delle voci in busta paga ti consigliamo inoltre di leggere questo manuale.

Conclusione

In sintesi, le nuove istruzioni dell’INPS per il calcolo degli aumenti in busta paga legati al taglio del cuneo fiscale e contributivo del 2024 confermano una riduzione dei contributi a carico dei lavoratori del 6-7%. Tuttavia, occorre considerare che questa diminuzione non si applicherà alla tredicesima mensilità, riducendo leggermente il risparmio mensile atteso. È importante tenere presente che i limiti retributivi vanno valutati per ogni singolo mese dell’anno, in base all’imponibile previdenziale mensile che può variare a seconda degli eventi indennizzati dall’INPS.

Questa novità rappresenta un’opportunità per i lavoratori italiani di beneficiare di un aumento busta paga grazie al riepilogo aumenti busta paga introdotto. Il busta paga aumenti riassunto mostra come il taglio del cuneo fiscale e contributivo permetterà di avere più risorse a disposizione ogni mese, anche se in misura leggermente inferiore rispetto alla tredicesima mensilità.

Complessivamente, il nuovo sistema di calcolo degli aumenti in busta paga offre un segnale positivo per il potere d’acquisto dei lavoratori italiani, nonostante alcuni dettagli tecnici da tenere in considerazione. Si tratta di un passo avanti importante per migliorare il benessere economico dei cittadini.

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