Nella recente Legge di Bilancio, approvata lo scorso dicembre, trovano spazio anche alcuni interventi in materia di congedo parentale 2024. Cosa cambia e chi sono i soggetti interessati?

Le nuove misure sono da inquadrare all’interno di quello che è stato uno dei capisaldi del programma elettorale dell’attuale Governo: quello, cioè, del sostegno alle famiglie e alla natalità e genitorialità.

In questo articolo vi illustreremo cosa cambia in fatto di congedo parentale, ma prima facciamo un breve recap su cosa esso sia e chi sono i soggetti coinvolti.

Cos’è il Congedo Parentale

Di congedo parentale qui su PosizioniAperte.com abbiamo già avuto modo di parlare in altri approfondimenti, quali:

In via generale, con l’espressione “congedo parentale” ci si riferisce ad una tipologia di permesso retribuito dal lavoro spettante ad entrambi i genitori al fine di prendersi cura del figlio neonato o comunque piccolo.

Circa il riconoscimento di tale diritto ad entrambi i genitori, c’è da dire che esso è avvenuto in tempi abbastanza recenti.

Prima, infatti, la situazione era diversa e per capire meglio vogliamo fare un piccolo riassunto storico.

L’evoluzione storica del congedo parentale

Il congedo parentale in Italia viene introdotto negli anni ‘70, in applicazione del principio stabilito dall’art. 37 della Costituzione. Questo stabilisce, oltre al riconoscimento nei confronti delle lavoratrici di una parità a livello lavorativo di dirittiretribuzione, anche che le condizioni di lavoro devono essere tali da consentire a queste di adempiere alle proprie funzioni familiari, garantendo al contempo una particolare protezione nei confronti della madre e del figlio.

Proprio in virtù di tale richiamo, quando venne introdotto, con Legge n.1204/71, l’unico congedo previsto era quello spettante alla madre. In base a tale legge, veniva stabilito il divieto di licenziamento della lavoratrice incinta nel periodo che intercorre dall’inizio della gestazione fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro, nonché fino al compimento del primo anno di età del bambino.

Sul finire del decennio, la legge venne estesa anche alle lavoratrici che avevano adottato o ottenuto in affidamento preadottivo un figlio purché di età non superiore ai 6 anni.

Bisogna attendere il 2000 perché il congedo venga riconosciuto anche al padre e si inizi a parlare di congedo parentale maschile.

La situazione attuale

Allo stato attuale la materia è disciplinata da diverse leggi e regolamenti. Prima di vedere le varie tipologie di congedo, concentriamoci subito su quella che più ci interessa, ossia il congedo parentale e vediamo cosa cambia esclusivamente per il 2024.

Congedo Parentale e Novità 2024

Il congedo parentale, come abbiamo già detto, consiste in un periodo di astensione dal lavoro facoltativa, riconosciuto ad entrambi i genitori lavoratori dipendenti(anche congiuntamente) e fruibile fino al compimento dei 12 anni del figlio. Esso è da considerarsi aggiuntivo a quelli di maternità e paternità obbligatori, di cui parleremo in seguito.

La materia è stata oggetto di interventi nel 2022, in adeguamento alla direttiva comunitaria 2019/1158 in tema di conciliazione vita/lavoro.

Il DL 105/22, a tal proposito, ha previsto un aumento del periodo di fruizione del congedo e dell’indennità, con l’aggiunta di ulteriori 3 mesi.

Lo stesso ha, inoltre, stabilito che  a ciascun genitore spetta per tre mesi, un’indennità a carico Inps pari al 30% della retribuzione.

La Legge di Bilancio 2023 ha innalzato la percentuale spettante all’80% ma solo:

  • per la durata massima di un mese;
  • fino al sesto anno di vita del bambino.

Tale disposizione si applicava, in particolare, per tutti i beneficiari che avevano terminato il periodo di congedo maternità o paternità successivamente al 31 dicembre 2022.

Per gli ulteriori 3 mesi (che salgono a 9 in caso di genitori soli) aggiuntivi fruibili dai genitori in alternativa tra loro, era invece prevista un’indennità pari al 30% della retribuzione.

Per ulteriori periodi di congedo, da richiedere entro il limite massimo del dodicesimo anno di età del bambino, è prevista un’indennità a carico dell’Inps pari al 30% della retribuzione, a condizione che il reddito individuale del beneficiario sia inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo valido per la pensione.

Cosa Cambia nel 2024

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto alcune modifiche alle precedenti disposizioni. In particolare sono da segnalare le seguenti novità:

l’indennità Inps è riconosciuta, in alternativa tra i genitori:

  • indennità Inps erogata per la durata massima complessiva di due mesi;
  • fino al sesto anno di vita del bambino o fino a sei anni dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento;

La percentuale dell’indennità di innalza all’80% anche per il secondo mese di fruizione, ma solo per il 2024. Dal 2025 essa sarà pari al 60%.

Le nuove disposizioni si applicano a chi ha terminato il periodo di maternità o paternità obbligatori successivamente al 31 dicembre 2023.

Congedo Parentale 2024 e Altre Tipologie di Congedo

Come abbiamo accennato sono diverse le tipologie di congedo disciplinate dalla legge e da altri regolamenti. Ecco quali sono:

Congedo Maternità

Disciplinato dal Testo Unico della Maternità, il congedo maternità si sostanzia come un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alla lavoratrice dipendente (comprese lavoratrici domestiche, agricole, disoccupate o sospese, colf e badanti, in apprendistato o part-time)  sia durante il periodo di gravidanza che durante quello di puerperio.

Per quanto attiene alla durata del congedo, questa è fissata in 5 mesi, così gestibili:

  • 2 mesi prima della data prevista per il parto e 3 mesi successivi;
  • 1 mese prima della data prevista per il parto e 4 mesi successivi, ma solo previe certificazioni di assenza di pericoli per la donna e il nascituro sul luogo di lavoro, rilasciate dal medico del SSN e dal medico del lavoro;
  • 5 mesi dopo il parto: si tratta di una tipologia di maternità flessibile che permette di richiedere il congedo a partire dalla data del parto e per i 5 mesi successivi.

Oltre a questo, è riconosciuta alla madre la possibilità ulteriore di assentarsi dal lavoro per un massimo di sei mesi entro il primo anno di vita del figlio.

Durante questo periodo, la lavoratrice ha ovviamente diritto ad una retribuzione, fissata nella misura dell’80% della retribuzione media globale giornaliera, calcolato sulla base dell’ultima paga ricevuta prima dell’inizio del periodo di congedo.

 

Congedo di Paternità

Introdotto solo a partire dal 2000, questa tipologia di congedo estende quanto previsto per il congedo maternità anche ai padri, ma con tempistiche differenti.

In questo caso, tuttavia, la legge prevede un congedo sia facoltativo che obbligatorio. Essi sono stati introdotti al fine di consentire anche al padre di prendersi cura del figlio nei primi giorni o mesi dalla nascita.

Per quanto riguarda il congedo obbligatorio (resto strutturale solo a partire dal 2022), questo si sostanzia in un’astensione dal lavoro di 10 giorni (che salgono a 20 in caso di parto plurimo), usufruibili dai due mesi precedenti la data presunta del parto fino ai cinque mesi successivi alla nascita, anche in maniera frazionata (solo in giorni e non in ore).

Esso, inoltre, è compatibile con la fruizione (purché non negli stessi giorni) del congedo di paternità alternativo.

Quest’ultimo consiste in un periodo di astensione dal lavoro per ulteriori sei mesi successivi alla nascita del bambino, ma solo in caso di morte o di grave infermità della madre oppure di abbandono o di affidamento esclusivo del bambino al padre.

A differenza del congedo maternità, in questo caso l’indennità spettante è pari al 100% della retribuzione giornaliera normalmente percepita.

Aspettativa per Cura del Figlio

Entrambi i genitori possono richiedere un periodo di aspettativa dal lavoro per prendersi cura del figlio qualora questi sia affetto da malattia o per altre situazioni particolari. Può essere fruita fino al compimento del dodicesimo anno di età del bambino.

Congedo Parentale 2024: Come Presentare Domanda

A seconda di chi gestirà il pagamento dell’indennità, la domanda va presentata entro 15 giorni antecedenti l’intenzione di fruirne o con un preavviso della stessa durata in vista della presunta data del parto nel caso di assenza per la nascita del figlio.

In ogni caso, essa va presentata:

  1. al datore di lavoro, a cui va recapitata per iscritto, specificando le date di assenza;
  2. all’INPS: seguendo la procedura sul sito ufficiale dell’INPS, accedendo alla sezione dedicata al congedo di paternità.

In alternativa, è possibile rivolgersi:

  • al Contact Center dell’INPS, chiamando il numero gratuito 803 164 da rete fissa o lo 06 164 164 da rete mobile;
  • agli enti di patronato o agli intermediari.

Congedo Parentale 2024: Chi Non Può Presentare Domanda

Non possono presentare domanda per il congedo parentale:

  • i genitori lavoratori domestici;
  • i genitori disoccupati;
  • i liberi professionisti.

Inoltre, nel caso in cui il rapporto di lavoro cessi durante il congedo, il diritto al congedo stesso viene meno.

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