Fare carriera nella pubblica amministrazione italiana è un percorso che unisce stabilità, progressione retributiva, responsabilità crescenti e, in molti casi, una profonda motivazione al servizio pubblico. Chi lavora nel settore pubblico si trova a operare in un sistema articolato, regolato da norme precise e con meccanismi di selezione e avanzamento che premiano competenze, titoli e merito. Tuttavia, contrariamente alla percezione comune, la carriera nella PA non è automatica: richiede impegno, aggiornamento continuo e capacità di orientarsi tra concorsi, progressioni e occasioni di mobilità.
La pubblica amministrazione italiana comprende una vasta gamma di enti, tra cui ministeri, regioni, comuni, province, aziende sanitarie, enti previdenziali, agenzie statali e organismi regolatori. Ogni comparto ha peculiarità proprie, ma il sistema generale di accesso e avanzamento segue principi condivisi.
Fare carriera nella pubblica amministrazione: L’accesso alla pa
L’ingresso nei ruoli della pubblica amministrazione avviene quasi esclusivamente per concorso pubblico, come previsto dall’art. 97 della Costituzione italiana. I concorsi pubblici rappresentano la porta principale attraverso cui i cittadini possono accedere a un impiego pubblico, garantendo imparzialità e pari opportunità.
Il concorso può essere nazionale o locale, in base all’ente che bandisce la selezione. Negli ultimi anni, grazie anche alla digitalizzazione e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), molti enti stanno modernizzando le procedure, rendendole più snelle e accessibili. Il portale “InPA” è oggi lo strumento principale per consultare i bandi aperti e presentare domanda online.
Le prove concorsuali possono includere test preselettivi, prove scritte, prove orali e valutazione dei titoli. I contenuti variano a seconda del profilo professionale: amministrativo, tecnico, contabile, giuridico, informatico, sanitario, educativo, ecc.
Fare carriera nella pubblica amministrazione: Tipologie di inquadramento nella PA
Una volta superato il concorso, il lavoratore viene assunto con un contratto di lavoro dipendente a tempo determinato o, più frequentemente, a tempo indeterminato. L’inquadramento avviene all’interno di un sistema classificatorio definito dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), articolato in aree o categorie.
Nel nuovo ordinamento (entrato in vigore a partire dal 2022-2023), le categorie tradizionali (A, B, C, D) sono state sostituite da tre macroaree:
- Area degli Operatori
- Area degli Operatori Esperti
- Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione
Ogni area prevede diversi livelli retributivi e gradi di responsabilità. Ad esempio, un funzionario dell’Area dei Funzionari può avere compiti complessi di coordinamento, gestione di procedimenti amministrativi, oppure funzioni specialistiche ad alta qualificazione.
La progressione di carriera
Il passaggio a una posizione superiore nella pubblica amministrazione può avvenire tramite diverse modalità:
Progressione orizzontale: è il passaggio all’interno della stessa area o categoria, che comporta un miglioramento economico (fasce retributive superiori) ma non un cambiamento di mansioni sostanziali. Si basa su valutazioni di performance, anzianità di servizio, formazione, e talvolta risultati raggiunti.
Progressione verticale: consiste nel passaggio da un’area o categoria inferiore a una superiore, e comporta un vero e proprio salto di carriera. Ad esempio, il passaggio da Operatore Esperto a Funzionario. Questa progressione richiede generalmente il superamento di una selezione interna, talvolta riservata al personale già in servizio, talvolta aperta anche all’esterno. Dal 2023 le norme hanno agevolato il ricorso a selezioni riservate, semplificando i requisiti nei limiti consentiti dal principio del merito.
Mobilità volontaria: un dipendente può chiedere di essere trasferito presso un altro ente pubblico, mantenendo il proprio inquadramento e stipendio. Questa opzione è utile per chi cerca nuove opportunità, sedi più vicine o ruoli più stimolanti. La mobilità può essere volontaria o d’ufficio, e si può anche partecipare a bandi aperti ad altri enti senza necessariamente cambiare ruolo.
Incarichi di Elevata Qualificazione (EQ): in linea con la riforma Brunetta e i nuovi CCNL, sono stati introdotti incarichi professionali riservati a dipendenti con esperienza e competenze specifiche. Gli incarichi EQ comportano responsabilità gestionali o specialistiche e una retribuzione accessoria maggiore.
Gli strumenti per crescere nella PA
Oltre al meccanismo formale delle progressioni, ci sono molteplici strumenti che permettono ai dipendenti pubblici di migliorare il proprio profilo professionale e prepararsi a una crescita:
Formazione continua: molti enti pubblici offrono corsi interni di aggiornamento, anche obbligatori, su temi giuridici, amministrativi, informatici, etici, e di gestione. Il Dipartimento della Funzione Pubblica e la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) promuovono regolarmente corsi destinati a funzionari e dirigenti.
Master universitari e corsi post-laurea: i titoli di studio superiori sono spesso valutati positivamente nelle selezioni interne. Ad esempio, un master in management pubblico o in diritto amministrativo può essere determinante per ottenere incarichi più alti.
Certificazioni informatiche e linguistiche: competenze digitali (es. ECDL, ICDL, PEKIT) o linguistiche (es. inglese livello B2 o C1) sono sempre più richieste nelle selezioni e possono fare la differenza tra candidati con pari esperienza.
Partecipazione a progetti speciali: l’inserimento in task force, gruppi di lavoro, progetti finanziati dal PNRR o programmi europei, consente ai dipendenti di mettersi in evidenza e ottenere riconoscimenti.
Il ruolo della valutazione delle performance
Uno dei cardini della nuova gestione del personale nella PA è la valutazione delle performance individuali e organizzative. La riforma Brunetta ha introdotto l’obbligo per ogni amministrazione di valutare il rendimento dei propri dipendenti, collegando a esso la distribuzione dei premi, la progressione economica e, in alcuni casi, la carriera.
Ogni ente adotta un sistema di valutazione, con indicatori legati a:
- Raggiungimento di obiettivi
- Qualità del lavoro svolto
- Comportamento organizzativo
- Partecipazione alla vita dell’ente
Un buon punteggio nella valutazione può facilitare l’accesso a premi di produttività, progressioni economiche e incarichi.
Diventare dirigente nella pubblica amministrazione
La figura del dirigente rappresenta il vertice dell’amministrazione attiva. I dirigenti sono responsabili della gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, dell’attuazione dei programmi e dell’organizzazione degli uffici.
Esistono due canali principali per accedere alla dirigenza:
Concorso pubblico per dirigenti: bandito da singoli enti o a livello nazionale. Richiede una laurea magistrale, esperienza pregressa e il superamento di prove scritte e orali.
Accesso tramite Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA): è il percorso più selettivo. Prevede un concorso nazionale molto competitivo e, per i vincitori, un percorso formativo biennale che porta direttamente all’inserimento nella dirigenza statale.
In alternativa, è possibile accedere agli incarichi dirigenziali anche per chiamata diretta, ma in percentuale limitata e solo in presenza di requisiti professionali specifici.
I concorsi pubblici: evoluzione e accessibilità
Negli ultimi anni i concorsi pubblici hanno subito un processo di digitalizzazione e semplificazione. Grazie al portale InPA (“Portale del Reclutamento”), è ora più semplice candidarsi, seguire l’iter dei concorsi e accedere alle graduatorie.
La struttura dei concorsi tende oggi a privilegiare:
- Prove digitali (computer based)
- Materie trasversali (logica, diritto, informatica, inglese)
- Riduzione del numero di prove
- Selezioni più rapide (massimo 6 mesi)
Questo rende l’accesso più accessibile e meno burocratizzato, pur mantenendo elevati standard qualitativi.
Le opportunità legate al PNRR
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha generato un’enorme domanda di nuove risorse nella PA, soprattutto in ambiti come la transizione digitale, la semplificazione amministrativa, la gestione dei fondi europei, la sostenibilità ambientale e la rigenerazione urbana.
Questo ha portato a una vera “stagione dei concorsi”, con migliaia di posti messi a bando in pochi anni. Chi entra oggi nella PA ha quindi maggiori probabilità di trovare percorsi rapidi di crescita, anche grazie all’inserimento in contesti dinamici e proiettati all’innovazione.
Fare carriera nella pubblica amministrazione: Considerazioni finali
Fare carriera nella pubblica amministrazione richiede spirito di iniziativa, capacità di aggiornamento, visione a lungo termine e volontà di investire su di sé. La PA non è più, se mai lo è stata, un luogo immobile. Le riforme degli ultimi anni hanno spinto verso un modello più meritocratico, orientato alla valutazione e alla valorizzazione delle competenze.
Per chi è motivato, preparato e desideroso di dare un contributo al buon funzionamento dello Stato, la pubblica amministrazione offre oggi percorsi professionali solidi, ricchi di opportunità e con una forte dimensione sociale. Il futuro della PA sarà sempre più guidato da figure competenti, capaci di innovare, gestire e servire con efficienza i cittadini.
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