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Navigando nella nostra sezione dedicata ai Concorsi pubblici, ti sarà spesso capitato di imbatterti in bandi attivi per l’assunzione di Ricercatori all’interno di contesti universitari, una professione per certi versi affascinante, dal momento che si concentra nello studio e nella scoperta di nuovi fenomeni.

Gli ambiti di applicazione sono numerosi e non riguardano solo quello medico, ma comprendono anche la chimica, la biologia, la tecnologia e persino matematica o statistica!

Tuttavia, benché si senta spesso parlare di questo mestiere, aleggia ancora molta confusione al riguardo, soprattutto per quanto concerne il percorso di formazione che porta ad intraprendere la carriera di Ricercatore Universitario e quanto guadagna effettivamente, secondo le più recenti indagini di mercato.

Nei prossimi paragrafi cercheremo di dissipare ogni dubbio, presentandoti gli aspetti fondamentali di questo lavoro tanto interessante, quanto impegnativo.

Chi è e cosa fa il Ricercatore Universitario

Non tutti coloro che si laureano decidono di intraprendere una carriera lavorativa al di fuori del contesto accademico; alcuni, infatti, si appassionano così tanto alla materia da voler proseguire nelle ricerche e andare incontro a nuove scoperte.

Proprio quest’ultimo caso descrive a grandi linee i presupposti per diventare Ricercatore Universitario, il quale costituisce anche una tappa importante per coloro che desiderano lavorare come Professori Associati.

A livello pratico il Ricercatore Universitario si occupa dei seguenti compiti:

  • Formula domande di ricerca, studia la letteratura del proprio ambito di competenza e definisce gli obiettivi di progetto, analizzando il contesto in cui presta servizio;
  • Analizza il mercato dei finanziatori e individua i programmi più adatti dove presentare le proposte. Come potrai immaginare, gli ambiti di ricerca non sono seguiti arbitrariamente, ma devono rispondere agli obiettivi del contesto;
  • Pianifica la ricerca e le metodologie, calcola il budget necessario, secondo le istruzioni fornite dai soggetti finanziatori;
  • Conduce esperimenti, effettua indagini e ricerche anche sul campo, raccoglie dati e li analizza, cercando di interpretarne i risultati;
  • Ogni volta che ci sono degli sviluppi, redige rapporti di ricerca, eventualmente scrivendo articoli da pubblicare su riviste scientifiche oppure partecipando a convegni per divulgare i risultati;
  • Collabora con l’amministrazione per tutti gli aspetti burocratici del mestiere, compresa la documentazione relativa la registrazione del brevetto;
  • Svolge attività di insegnamento.   

Considerate tutte le attività da svolgere e i compiti delicati affidatigli, ci si aspetta che il Ricercatore Universitario sappia utilizzare al meglio gli strumenti informatici, utili per la raccolta e l’interpretazione dei dati, oppure che conosca bene la lingua inglese, dal momento che le stesse ricerche vengono condivise e rielaborate su scala mondiale.

Abilità più specifiche richieste per lavorare all’interno di contesti accademici dipendono chiaramente dal settore di applicazione; per questa ragione una sola laurea in ambito scientifico difficilmente ti aprirebbe le porte per una ricerca umanistica.

Come diventare Ricercatore Universitario

Sei interessato a diventare Ricercatore Universitario? Prima di addentrarci nella questione, è importante effettuare delle distinzioni in merito al tipo di ricerca che potresti effettuare: da una parte, infatti, si parla di ricerca di base, che ha lo scopo di spiegare fenomeni complessi acquisendo nuove conoscenze.

Dall’altra abbiamo la ricerca applicata che parte da teorie già presenti, per trovare soluzioni pratiche e innovative.

Dunque, per diventare Ricercatore Universitario il primo passo è quello di conseguire una laurea magistrale nel campo che più rispecchia i tuoi interessi. Grazie a tale titolo di studio potrai intraprendere il percorso di Dottorato di Ricerca, che dura almeno tre anni, durante i quali potrai già applicarti allo studio dei fenomeni, alla sperimentazione, alla raccolta dei dati e alla loro interpretazione.

Si tratta di un titolo di studio indispensabile per poter accedere ai Concorsi pubblici indetti dai diversi atenei, i quali rappresentano la modalità principale di selezione dei Ricercatori Universitari.

Le prove concorsuali generalmente prevedono una parte scritta incentrata sugli argomenti del proprio indirizzo di studi e una prova orale, durante la quale potrebbe essere testata la conoscenza della lingua inglese, oltre alla spiegazione di eventuali pubblicazioni accademiche precedenti. Potrebbe essere richiesto anche un esame pratico.

Tieni presente che i profili professionali richiesti come Ricercatore Universitario sono sostanzialmente due:

  • Tipo A – È assunto con contratto a tempo determinato fino a 3 anni, che può essere rinnovato per altri 2;
  • Tipo B – Si accede tramite Concorso ma, a differenza del precedente, il suo contratto a tempo determinato non è rinnovabile. Tuttavia, nel corso di tale periodo potresti ottenere l’Abilitazione Scientifica Nazionale (superando il relativo esame), oppure un riconoscimento da parte dell’Università stessa, tali per cui otterresti il posto di ruolo, diventando Professore Associato.
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Quanto guadagna un Ricercatore Universitario

Parlando di stipendio di un Ricercatore Universitario, purtroppo non si può stabilire una cifra univoca, perché molto dipende dall’ente per cui si lavora, dal campo di applicazione e dal proprio livello di esperienza.

Per esempio, il lavoro che svolgono i dottorandi comprende già le mansioni da Ricercatori, ma tali individui vengono considerati al pari degli studenti, ottenendo così una retribuzione che non supera i 1.200€ netti al mese.

Tutto ciò tenendo conto dell’aumento del 30% introdotto dal Decreto PA nel corso del 2023, dal momento che fino al 2022 i dottorandi percepivano al più 800€ al mese per il loro lavoro; ciò che aumenterebbe la retribuzione è la vincita di finanziamenti per ricerche importanti, come il progetto Marie Curie.

Ad ogni modo, abbiamo specificato in precedenza che il Ricercatore Universitario potrebbe prestare servizio sia in enti privati, che pubblici superando i relativi Concorsi; in questo caso chiaramente lo stipendio sarebbe più alto, con una media di 1.600€ netti al mese.

Tale importo aumenterà man mano che acquisirai esperienza, fino a raggiungere circa 1.900€ mese con almeno 20 anni di esperienza alle spalle.

Lavorare come Ricercatore Universitario

Scegliere di lavorare come Ricercatore Universitario significa dedicare la propria vita allo studio e all’acquisizione di nuove conoscenze, talvolta potendo effettuare anche delle nuove scoperte che potranno contribuire a dare una svolta alla scienza oppure in ambito umanistico.

In linea di massima qualsiasi laurea magistrale ti consente di diventare Ricercatore e tale attività potresti svolgerla come libero professionista aprendo la partita IVA; i guadagni sarebbero certamente più alti rispetto ai dipendenti, ma tutto dipende dalla tua abilità nell’acquisire nuovi clienti e ottenere finanziamenti per ricerche importanti.

Se, invece, desideri una retribuzione fissa mensile, il consiglio è quello di tentare uno dei Concorsi pubblici aperti ai ricercatori, che puoi trovare al link indicato. Ti ricordiamo che per partecipare generalmente è richiesto un Dottorato nello stesso campo di studi e il contratto proposto sarà sempre a tempo determinato, come spiegato in precedenza.

Difatti, se ambisci al contratto a tempo indeterminato, perché non hai interesse a diventare Professore Associato, dovrai cercare lavoro in un ente privato, dove peraltro è sufficiente la laurea magistrale e potrai acquisire esperienza.

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