L’Italia è una delle destinazioni più richieste da lavoratori stranieri che desiderano trasferirsi in Europa per motivi occupazionali. Per poter lavorare legalmente sul territorio italiano, i cittadini extra-UE devono ottenere un visto per lavoro, che consente l’ingresso e il soggiorno per attività lavorativa subordinata, stagionale o autonoma.
In questo articolo analizzeremo cos’è il visto per lavoro in Italia, quali sono i requisiti per ottenerlo, le tipologie esistenti, come si presenta la richiesta e cosa bisogna sapere per regolarizzarsi una volta arrivati in Italia.
Chi ha bisogno del visto per lavoro in Italia
Il visto per lavoro è obbligatorio per tutti i cittadini extra-UE che intendono svolgere un’attività lavorativa in Italia. I cittadini dell’Unione Europea non necessitano di visto, ma solo di registrarsi anagraficamente dopo tre mesi di soggiorno.
Per chi proviene da Paesi extra-UE, il visto è il primo passo per ottenere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, che consente di rimanere legalmente in Italia e svolgere un’attività regolare.
Tipologie di visto per lavoro in Italia
Esistono diversi tipi di visto per lavorare in Italia, a seconda del tipo di impiego e della durata prevista. Le principali categorie sono:
1. Visto per lavoro subordinato
È il visto destinato a chi ha ricevuto un’offerta di lavoro da un’azienda italiana, con un contratto regolare. Può essere:
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A tempo determinato
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A tempo indeterminato
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Per lavoratori altamente qualificati
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Per dirigenti o tecnici specializzati
Questa tipologia di visto è soggetta alle quote annuali stabilite dal Decreto Flussi.
2. Visto per lavoro stagionale
È riservato a chi intende lavorare in settori stagionali come agricoltura o turismo, per un periodo massimo di 9 mesi all’anno. Anche questa categoria rientra nel sistema delle quote.
3. Visto per lavoro autonomo
Destinato a chi vuole lavorare in proprio in Italia, come libero professionista, artigiano, imprenditore o socio di un’impresa. È necessario dimostrare:
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Un’attività economicamente sostenibile
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Una sede operativa
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I requisiti professionali previsti dalla legge italiana
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Un reddito minimo annuo stabilito per legge
4. Visto per motivi di ricerca o lavoro altamente qualificato
Esistono canali preferenziali per:
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Ricercatori
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Professori universitari
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Dirigenti di multinazionali
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Lavoratori con alta specializzazione tecnica
Alcuni di questi visti non sono soggetti alle quote, ma richiedono autorizzazioni specifiche.
Il sistema delle quote e il Decreto Flussi
Ogni anno, lo Stato italiano stabilisce un numero massimo di ingressi per motivi di lavoro, attraverso il cosiddetto Decreto Flussi. Questo decreto definisce:
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Il numero di visti disponibili per ogni tipologia
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I Paesi di provenienza autorizzati
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I settori lavorativi interessati
La presentazione delle domande è possibile solo durante le finestre temporali indicate nel decreto. Per questo motivo è importante informarsi sui termini previsti e agire per tempo.
Come ottenere il visto per lavoro in Italia: i passaggi
Il procedimento per ottenere il visto prevede diverse fasi, che coinvolgono sia il datore di lavoro italiano che il lavoratore straniero.
1. Offerta di lavoro e nulla osta
Il primo passo è la richiesta di un nulla osta al lavoro da parte del datore di lavoro italiano. Il datore deve:
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Registrarsi sul portale del Ministero dell’Interno
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Compilare la richiesta online
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Fornire il contratto di lavoro e la documentazione richiesta
Se la richiesta viene accolta, la Prefettura rilascia il nulla osta, che viene trasmesso all’ambasciata o consolato italiano nel Paese di origine del lavoratore.
2. Richiesta del visto presso il consolato
Il lavoratore, in possesso del nulla osta, può recarsi presso il consolato o l’ambasciata italiana per richiedere il visto di ingresso per motivi di lavoro. Dovrà presentare:
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Passaporto valido
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Copia del nulla osta
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Contratto di lavoro
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Eventuali certificazioni linguistiche o professionali
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Prova di alloggio e mezzi di sostentamento
Se la documentazione è completa, il visto viene rilasciato in tempi variabili, in media tra 15 e 30 giorni.
3. Ingresso in Italia e permesso di soggiorno
Una volta ottenuto il visto, il lavoratore può entrare in Italia. Entro 8 giorni dall’arrivo, deve:
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Richiedere il permesso di soggiorno per lavoro presso la Questura competente
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Presentarsi per la firma del contratto di soggiorno
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Consegnare copia dei documenti, foto e ricevute di pagamento delle imposte previste
Il permesso di soggiorno ha la stessa durata del contratto di lavoro e può essere rinnovato se permangono le condizioni originarie.
Requisiti generali per ottenere il visto di lavoro
A prescindere dalla tipologia, il lavoratore straniero deve soddisfare alcuni requisiti generali:
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Non avere precedenti penali gravi
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Non essere stato espulso in passato dal territorio italiano
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Essere in possesso di un passaporto valido
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Avere un’offerta di lavoro o un progetto economico autonomo
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Dimostrare la disponibilità di alloggio in Italia
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Avere risorse sufficienti per il periodo iniziale
Per i lavoratori autonomi, è anche necessario dimostrare la congruità economica dell’attività e il rispetto delle normative di settore.
Cosa succede dopo l’ottenimento del visto
Ottenere il visto di lavoro è solo il primo passo. Una volta entrati in Italia, i lavoratori stranieri devono:
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Ottenere la residenza anagrafica (se restano più di 3 mesi)
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Rinnovare il permesso di soggiorno prima della scadenza
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Iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale
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Comunicare eventuali variazioni di indirizzo o attività
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Rispettare le condizioni previste dal visto (es. lavorare solo per il datore indicato)
Il permesso di soggiorno per lavoro può costituire un primo passo verso la residenza a lungo termine, se si rispettano determinati requisiti temporali e contributivi.
Conclusione
Il visto per lavoro in Italia è uno strumento fondamentale per regolarizzare l’ingresso dei lavoratori extra-UE nel nostro Paese. A seconda del tipo di attività, è possibile richiedere un visto per lavoro subordinato, autonomo o stagionale, nel rispetto delle quote stabilite annualmente.
Chi desidera lavorare in Italia deve prepararsi con attenzione, conoscere le scadenze del Decreto Flussi e raccogliere tutta la documentazione necessaria. Una volta ottenuto il visto, il lavoratore ha accesso ai diritti e ai doveri previsti dalla normativa italiana, e può avviare un percorso stabile di integrazione e crescita professionale.
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