Negli scorsi mesi ha fatto discutere il provvedimento inviato dall’Agenzia delle Entrate a tutti i titolari di partita IVA in Regime Forfettario, dove si dichiarava l’inesattezza dei dati inseriti nel Quadro RS del Modello Redditi, invitando a porre rimedio quanto prima.
Le polemiche che ne sono conseguite sono state tanto accese da raggiungere i rappresentanti delle istituzioni, i quali sono intervenuti per cercare di far chiarezza sulla questione e andare incontro ai contribuenti per ciò che concerne le tempistiche di integrazione.
Difatti, se inizialmente si parlava di fornire adeguata documentazione entro novembre 2023, ad ora la procedura è slittata di un anno.
In questo articolo affrontiamo più nel dettaglio la questione del Regime Forfettario, spiegandoti come regolarizzare la tua posizione entro il 2024.
Modello Unico e Quadro RS
Tutti noi sappiamo che ogni anno l’Agenzia delle Entrate ci chiama a dichiarare tutti i redditi percepiti e determinate spese effettuate nel corso dell’anno precedente, attraverso diverse tipologie di moduli.
Se per i lavoratori dipendenti e pensionati si parla di Modello 730, per i titolari di partita Iva deve essere presentato il Modello Redditi, che fino a qualche anno fa veniva chiamato Modello Uni.Co.
Entrambi possono essere compilati in autonomia dal contribuente, ma richiedono grande attenzione nel riportare con precisione tutti i dati richiesti dall’ente, altrimenti si potrebbe andare incontro a multe salate, come di fatto è successo ai fruitori del Regime Forfettario.
All’interno del Modello Reddito sono presenti diversi campi di compilazione e uno di questi è il Quadro RS, che viene suddiviso fra tutti i contribuenti in regime forfettario, coloro che esercitano attività d’impresa e i lavoratori autonomi.
In esso vengono riportate, dunque, tre tipologie di informazioni, chiaramente negli appositi spazi:
- Le somme pagate ad altri professionisti;
- I costi sostenuti per i mezzi di trasporto, acquisto di materie prime e sussidiarie, nonché servizi da parte di terzi;
- I consumi di servizi telefonici, energia e carburante.
Tali informazioni, benché non influiscano sul reddito imponibile, devono essere fornite all’Agenzia delle Entrate obbligatoriamente e con attenzione.
Regime Forfettario: la vicenda sul Quadro RS
Dal 19 settembre 2023, l’Agenzia delle Entrate ha inviato numerose lettere ai titolari di partita Iva con regime forfettario, riferendosi al Modello Redditi 2022, presentato per dichiarare i redditi percepiti nel corso del 2021.
L’avviso, che è stato notificato attraverso l’indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) oppure tramite una raccomandata, segnalava la mancata compilazione del Quadro RS nella suddetta dichiarazione, oppure la trascrizione di dati errati.
Ma per quale motivo l’avviso ha suscitato tanto scalpore? In particolare, nei giorni successivi sono insorte diverse associazioni di commercialisti, segnalando che la compilazione del Quadro RS è irrilevante ai fini del monitoraggio da parte dell’ente tributario, in quanto sarebbero già sufficienti le fatture elettroniche.
Non solo, stando al comunicato ADC del 21 settembre 2023, si segnala che per i soggetti forfettari non vi è nemmeno l’obbligo di indicare tali costi che peraltro risultano irrilevanti ai fini tributari.
Dello stesso avviso è anche il presidente Cndcec Elbano de Nuccio che considera la richiesta di compilazione in contrasto con la natura semplificata del Regime Forfettario, il quale non rende necessaria la contabilizzazione delle singole spese sostenute.
A tal proposito, infatti, si fa presente che i contribuenti forfettari non possono portare in deduzione alcun tipo di spesa e non hanno nemmeno l’obbligo di registrazione delle fatture dei fornitori.
Dunque, le tasse e i contributi ad essi spettanti sarebbero sempre i medesimi, a prescindere da quanto speso.
L’avviso dell’Agenzia delle Entrate sul Quadro RS
Con il Provvedimento n. 325550 del 19 settembre 2023 l’Agenzia delle Entrate si è espressa sull’obbligatorietà nel fornire le informazioni richieste al Quadro RS, secondo la Legge 190/2014, in quanto non sarebbe lecito ostacolare le sue attività di controllo.
Tuttavia, anche se inizialmente era stata data ai contribuenti forfettari una tempistica piuttosto breve per porre rimedio in tal senso, a seguito delle proteste esposte nel paragrafo precedente, è intervenuto il Consiglio dei Ministri con il Decreto Proroghe del 29 settembre.
In sostanza, nel testo si rimanda al 30 novembre 2024 il termine ultimo per poter regolarizzare il Quadro RS del Modello Redditi 2022, attraverso un Ravvedimento Operoso.
Tieni presente che regolarizzare la propria posizione attraverso una dichiarazione integrativa prevede una sanzione, che in questo caso ammonta a 250€.
Regime Forfettario: come regolarizzare entro il 2024
Ancora oggi molti commercialisti ritengono tale provvedimento nullo nei confronti dei contribuenti forfettari e non è infrequente che consiglino persino di non fare niente al riguardo.
Dal canto nostro, rimandiamo il controllo della tua posizione tributaria al commercialista che già segue le tue pratiche, per comprendere quale sia il passo giusto da fare per regolarizzare la propria posizione ed evitare sanzioni ancora più salate.
Detto ciò, come anticipato in precedenza, presentare una Dichiarazione Integrativa tempestiva con i dati omessi nel Quadro RS comporterebbe una spesa di poche decine di euro (dunque, una riduzione della multa) da pagare attraverso il Modello F24.
La determinazione dell’importo esatto fa riferimento chiaramente alle tempistiche di presentazione del Ravvedimento Operoso, secondo quanto stabilito dal Decreto legislativo n. 472 del 18 dicembre 1997.
Dunque, ecco le deduzioni previste facendo riferimento all’importo minimo:
- 1/8 se presentato entro il 30 novembre 2023;
- 1/7 se presentato entro il 30 novembre 2024;
- 1/6 se presentato dopo il 30 novembre 2024.
Regime Forfettario: cos’è il ravvedimento operoso
Il Ravvedimento Operoso è una dichiarazione volontaria da parte del contribuente per consentirgli di regolarizzare la sua posizione tributaria. Il documento potrebbe essere necessario nel caso in cui ad una Dichiarazione dei Redditi tu abbia omesso dei dati, oppure quelli dichiarati siano inesatti.
Noi di Posizioni Aperte ne abbiamo già parlato in parte, nell’articolo dedicato a chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi, che ti invitiamo a consultare per scoprire maggiori dettagli in merito.
Per ragioni di attinenza all’argomento di cui sopra, ti forniamo un breve riepilogo al riguardo.
Dunque, poiché il Ravvedimento Operoso è una sorta di soluzione bonaria per l’inottemperanza a quanto previsto dalla legge, l’Agenzia delle Entrate prevede una serie di scaglioni temporali che determinano degli sconti sulla sanzione da pagare, secondo il D.Lgs n.472/1997 precedentemente citato.
In particolare, a ciascuno di essi corrisponde una determinata percentuale di interessi, che da una parte si calcola su ogni singolo giorno di ritardo trascorso, mentre dall’altra si applica quella generica alla fascia temporale. Tale suddivisione determina anche le diverse tipologie di Ravvedimento Operoso, che vanno da quello Sprint entro i 14 giorni di ritardo dalla data di dichiarazione a quello Lunghissimo, che entra in gioco dopo 2 anni dalla stessa.
Il caso di regolarizzazione del Quadro RS per il Regime Forfettario è stato un po’ particolare, a causa delle accese proteste e del Decreto Proroghe che ne è conseguito.
Dal canto nostro, se dovessero sorgere ulteriori aggiornamenti, chiaramente sarà nostra premura fornire tutte le informazioni utili in merito.