Credito d’imposta mezzogiorno

Sai cos’è il credito d’imposCredito-di-imposta-mezzogiornota mezzogiorno? Cerchiamo di fare chiarezza.

Sul Credito d’imposta mezzogiorno è necessario fare chiarezza, a seguito delle modifiche apportate sul finire del 2023. In questa guida, pertanto, vedremo come è cambiata la disciplina del Credito d’imposta mezzogiorno e quali sono gli interventi in materia previsti per le annualità 2024-2027.

Dal Credito d’Imposta Mezzogiorno alla ZES Unica del Sud

Cambiano le denominazioni, ma le politiche di fondo e gli obiettivi restano invariati: favorire investimenti per lo sviluppo economico delle regioni del Sud Italia mediante l’applicazione di agevolazioni speciali nei confronti degli investitori.

Questo è, in sintesi, il quadro delle iniziative intraprese a partire dal 2022 da parte dell’Esecutivo.

Con la conversione in Legge 162 del 13 novembre 2023 del cd. Decreto Sud (D.L. 124 del 19 settembre 2023), a partire dal 1 gennaio 2024 viene istituita la Zona economica speciale per il Mezzogiorno, denominata “ZES Unica”, che comprende i territori delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna e che è andata a sostituire le otto Zone Economiche Speciali Precedenti.

La ZES comprende un’area delimitata del territorio nazionale dove le aziende già ivi operanti o che intendono investire possono beneficiare di incentivi e speciali condizioni.

Attraverso un sistema centralizzato e l’istituzione di una speciale cabina di regia, il Piano strategico della ZES Unica, in collegamento con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), individua i settori da promuovere o rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari, nonché le modalità di attuazione.

Investimenti ZES 2024

Obiettivo dell’intervento è, quindi, quello di incentivare gli investimenti nelle Regioni del Mezzogiorno mediante la concessione di un contributo, per il quale sono stati stanziati complessivamente 1,8 miliardi di euro, sotto forma di credito d’imposta, concesso nella misura massima stabilita dalla Carta degli Aiuti, ossia:

  • per Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, il 40% per le grandi imprese, il 50% per le medie e il 60% per le piccole;
  • per Molise, Basilicata e Sardegna, il 30% per le grandi imprese, il 40% per le medie e il 50% per le piccole;
  • per le zone ammissibili dell’Abruzzo il 15% per le grandi imprese, il 25% per le medie e il 35% per le piccole.

Per quanto riguarda i progetti agevolabili, questi riguardano tutti gli investimenti iniziali riguardanti:

  • l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio,
  • l’acquisto di terreni e l’acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.

Il limite di spesa per ciascun progetto, valido fino a novembre 2024, è fissato in 100 milioni di euro. Non sono in ogni caso agevolabili progetti di investimento di importo inferiore a 200.000 euro.

Limitazioni alle Agevolazioni

Cosa accade se i beni finanziati mediante credito non dovessero entrare in funzione? In questo caso bisogna operare una distinzione in base al periodo d’imposta.

Se ciò dovesse verificarsi:

  • entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello della loro acquisizione o ultimazione, il credito è rideterminato, con esclusione dall’agevolazione del costo dei beni non entrati in funzione.
  • entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale sono entrati in funzione, i beni sono dismessi, ceduti a terzi o destinati a finalità o strutture diverse dall’esercizio dell’impresa, con conseguente esclusione del costo di questi dal ricalcolo dell’agevolazione e dagli investimenti agevolati.

Novità rispetto alle precedenti misure

Con le modifiche apportate al Regolamento UE 651/2014, sono da considerarsi esclusi dalla possibilità di accedere al credito d’imposta escludendo i settori:

  • dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite;
  • dei trasporti e delle relative infrastrutture;
  • della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche;
  • della banda larga;
  • dei settori creditizio, finanziario e assicurativo.

Una scelta giustificata come “contenitiva”, al fine di consentire un impiego più cospicuo e mirato degli investimenti nel limite dei fondi messi a disposizione per il 2024.

Ulteriori Strumenti

Per lo stesso fine e per una maggiore trasparenza, verranno messi in campo ulteriori strumenti quali:

  • un Portale Web della ZES Unica, creato al fine di fornire tutte le informazioni sulla ZES Unica;
  • uno Sportello Unico Digitale ZES – S.U.D. ZES, con funzione di gestione delle pratiche e dei procedimenti di richiesta, controllo e autorizzazioni in merito alle attività produttive e logistiche.

 

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