Pensione di Cittadinanza 2023

Pensione di Cittadinanza 2023: cosa cambia e quali sono le novità introdotte e che dobbiamo aspettarci per il futuro?

Come sapete abbiamo spesso trattato, pur se sommariamente, di questo argomento, specie in articoli dedicati al Reddito di Cittadinanza, ma qui forniamo una trattazione completa in merito alle ultime misure prese dal Governo.

Con la Legge di Bilancio 2023, infatti, l’esecutivo è intervenuto sulle misure in materia di lotta e contrasto alla povertà, in particolar modo sul Reddito e Pensione di Cittadinanza, rivedendo i parametri per l’assegnazione e stabilendo la sua abrogazione a partire da gennaio 2024.

Vediamo, ora, quali sono le novità introdotte e come è stata ridefinita la Pensione di Cittadinanza alla luce delle nuove regole.

Pensione di Cittadinanza: un sostegno alle fasce deboli

La Pensione di cittadinanza è una misura analoga in tutto e per tutto al Reddito di Cittadinanza e quindi uno strumento di bonus economico per il contrasto alla povertà e di inclusione sociale, che prevede l’erogazione di una somma di denaro ad integrazione del reddito e l’attuazione di politiche attive del lavoro, rivolto a categorie sociali fragili.

Se la misura è la stessa, perché allora è stata assegnata loro una diversa denominazione?

Per il semplice fatto che Reddito e Pensione di Cittadinanza spettano a soggetti distinti per fascia di età

La pensione di cittadinanza, infatti, è riconosciuta a tutti quei nuclei familiari che sono composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni. Inoltre, la pensione di cittadinanza può essere riconosciuta anche ai nuclei familiari di cui almeno uno dei componenti, sempre di età pari o superiore a 67 anni, convive con una o più persone in condizione di disabilità grave, anche se queste hanno un’età inferiore alla soglia prevista.

In caso uno dei componenti del nucleo familiare, che è già beneficiario del Reddito di Cittadinanza (RdC), raggiunge i 67 anni, non perde il beneficio, ma il beneficio stesso non verrà più riconosciuto come RdC, bensì come Pensione di cittadinanza (PdC). In questo modo, i nuclei familiari che soddisfano i requisiti previsti possono accedere alla pensione di cittadinanza e godere di un sostegno economico per far fronte alle spese quotidiane.

Trattandosi di un beneficio spettante a soggetti che si presume abbiano raggiunto la pensione, se ne può dedurre che in questo caso la misura è pensata non già ad una integrazione al reddito finalizzata all’assunzione, ma ad integrazione dell’assegno pensionistico in tutti quei casi in cui l’importo di questo sia di entità tale da non consentire al soggetto di far fronte alle proprie necessità.

Requisiti Ulteriori per la Pensione di Cittadinanza

Oltre al requisito anagrafico, per beneficiare della Pensione di Cittadinanza occorrono, ovviamente, altri requisiti, quali:

  • cittadinanza italiana o residenza, da almeno 10 anni di cui due in modo continuativo/permesso di soggiorno;
  • assenza di condanne penali e civili e non essere sottoposti a misure cautelari;
  • non essere intestatari, a qualunque titolo, di autoveicoli immatricolati nei sei mesi precedenti la richiesta o di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati nei due anni precedenti (salvo si tratti di veicoli predisposti per il trasporto di persone con disabilità);
  • non essere intestatari a qualunque titolo di navi e imbarcazioni da diporto;
  • avere un reddito Isee inferiore 9.360 euro annui;
  • valore del patrimonio immobiliare diverso dall’abitazione, in Italia e all’estero, non superiore a 30 mila euro;
  • valore del patrimonio mobiliare inferiore a 6 mila euro;
  • valore del reddito familiare inferiore a 7.500 euro annui.

A quanto ammonta la Pensione di Cittadinanza?

Per quanto riguarda l’ammontare della Pensione di Cittadinanza, neppure in questo caso c’è differenza rispetto al Reddito. La base da cui per la determinazione dell’importo, infatti, è la stessa, quindi:

  • una componente integrativa del reddito familiare, ottenuta calcolando il valore della scala di equivalenza moltiplicato per 7.560 euro (cd Quota A);
  • una componente integrativa per la locazione, data dall’ammontare del canone annuo previsto fino ad un massimo di 1.800 euro annui (cd Quota B).

In nessun caso, comunque, il beneficio può essere inferiore a 480 euro annui.

Pensione di Cittadinanza: durata e richiesta

Uno dei parametri su cui è intervenuta con maggior decisione la Legge di Bilancio, riguarda le modalità di durata dell’erogazione del beneficio. In vista dall’abrogazione, la durata del RdC è stata ridotta da 18 a 7 mesi, con perdita del beneficio al rifiuto della prima chiamata per il lavoro. Nel caso della PdC, invece, rimane invariato il limite dei 18 mesi, rinnovabili senza necessità di presentare nuovamente la domanda, ma limitatamente fino al 1 gennaio 2024.

Per quanto riguarda la domanda, è possibile inoltrare la richiesta:

Approfondimenti

Share.

Comments are closed.