E’ stato confermato anche per il 2023 il Bonus Ristrutturazioni: la Legge di Bilancio approvata dal nuovo Governo, a differenza di altre misure (vedi il Superbonus 100%) in questo caso non ha introdotto modifiche. Pertanto, la materia continua ad essere disciplinata secondo quanto previsto dall’art.16-bis del TUIR.
Ma in cosa consiste e come si richiede questa agevolazione? In questo approfondimento analizzeremo tutti i dettagli del Bonus Ristrutturazioni.
Bonus Ristrutturazioni: cos’è?
Introdotto dal Decreto Rilancio del 2020 e successivamente prorogato e ampliato, il Bonus Ristrutturazione 2023 è l’agevolazione che permette, a chi effettua lavori di ristrutturazione, una detrazione del 50% delle spese sostenute (fino ad un massimo di 96.000 euro) dal 1 gennaio al 31 dicembre 2023.
Rispetto a quanto previsto inizialmente, si è avuto un notevole aumento dei limiti di spesa e di detrazione, passando da un’agevolazione pari al 36 per cento fino a 48.000 euro a quella attuale.
Esso rientra nel pacchetto di misure erogate al fine di incentivare la riqualificazione energetica degli edifici, ma può essere utilizzato anche per interventi di manutenzione straordinaria e di restauro edilizio.
Come funziona il Bonus Ristrutturazioni
Il bonus, come accennato, consente di detrarre il 50% delle spese sostenute per una serie di interventi. Ciò significa che la metà di quello che si è speso è recuperabile in sede di dichiarazione dei redditi e scaricabile dall’IRPEF recuperando l’importo spettante in 10 anni.
Per accedere all’agevolazione, molto importante è segnare i termini ultimi per la presentazione delle domande, che sono rispettivamente:
- 16 marzo 2023 per le spese sostenute nel 2022;
- 16 marzo 2024 per le spese sostenute nel 2023.
Fino a poco tempo fa era possibile anche optare per altri due strumenti alternativi alla detrazione, ossia la cessione del credito o lo sconto in fattura, ma il Governo ha recentemente bloccato queste opzioni per motivi legati ad esigenze di risparmio. Quindi resta valida solo la soluzione della detrazione che, come accennato, può essere applicata solo su specifici interventi e per un importo di spesa massimo di 96 mila euro.
Bonus ristrutturazione 2023: tipologia di interventi
Quali sono, quindi, gli interventi ammessi per cui è possibile ottenere l’agevolazione?
Si tratta, nello specifico, di:
- lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria e di ristrutturazione che vengono effettuati su parti comuni di edifici residenziali e nei condomini;
- lavori di manutenzione straordinaria, restauro, ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, compresi immobili rurali e pertinenze, sempre in riferimento alla normativa prevista, quale quella riportata nel punto precedente;
- Restauro e risanamento finalizzati alla conservazione dell’immobile, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali e con destinazioni d’uso compatibili (risanamento, adeguamento delle altezze dei solai, apertura di finestre)
- Sono inoltre ammessi anche lavori in proprio, ma in questo caso il bonus è spendibile solo per il recupero dei costi per l’acquisto dei materiali.
Nel novero degli interventi di riqualificazione e manutenzione ordinaria sono compresi, ad esempio, quelli per l’adeguamento delle altezze dei solai e l’apertura di nuove finestre, la realizzazione dei bagni nel caso di ampliamento rispetto al volume precedente all’intervento, installazione di ascensori e scale (anche di sicurezza), interventi finalizzati al risparmio energetico.
In quest’ultimo caso è necessario, ai fini dell’agevolazione, inviare entro il termine di 90 giorni dalla fine dei lavori una scheda degli interventi effettuati all’ENEA. La scheda deve essere compilata e inoltrata attraverso l’apposito portale.
A chi spetta il Bonus
Chiunque può richiedere il Bonus, ossia esso è riconosciuto a tutti i contribuenti, anche non residenti in Italia e non necessariamente proprietari dell’immobile. Di conseguenza, possono richiederlo anche:
- Proprietari di immobili;
- Affittuari o comodatari dell’immobile;
- Soci di cooperative a proprietà divisa;
- assegnatari di alloggi;
- soci di cooperative a proprietà indivisa;
- Imprenditori individuali per immobili non classificati come beni strumentali o merce;
- Soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir che producono redditi in forma associata.
Bonus ristrutturazione: la documentazione da conservare
Importante conservare tutta la documentazione necessaria e richiesta per l’avvio dei lavori, in particolare le fatture pagate per mezzo di strumentazione tracciabile (non in contanti, quindi). In particolare, ecco tutti i documenti che bisogna tenere sempre a disposizione:
Nello specifico devono essere conservati i seguenti documenti:
- le concessioni, autorizzazioni o comunicazioni di inizio lavori o, in alternativa, una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà;
- domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti;
- ricevute di pagamento dell’IMU, laddove dovuta;
- delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori;
- dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori, in caso di lavori effettuati da chi detiene l’immobile ma non ne è proprietario;
- comunicazione preventiva contenente la data di inizio dei lavori da inviare all’ASL, se necessaria.
Sperando di essere riusciti a rispondere nel miglior modo possibile a tutte le domande riguardanti il Bonus Ristrutturazione, vi invitiamo a leggere anche le guide di approfondimento qui sotto.
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