Da tempo si parla di bonus in busta paga 2024. Di cosa si tratta e a chi spettano?
Non è di certo una novità, dal momento che questi bonus sono stati introdotti già nel 2022, dall’allora Governo Draghi.
Non è neppure una novità il fine che essi perseguono: quello di consentire ai dipendenti che ne beneficiano un aumento, più o meno lieve, in busta paga.
Sebbene la Legge di Bilancio 2024 non sia stata ancora approvata, il Governo ha chiarito con fermezza che i bonus in busta paga sono confermati e verranno applicati.
Di quali bonus si tratta e quanto incideranno sugli stipendi?
Bonus Busta Paga: cosa sono
Prima di vedere quali sono i bonus in busta paga introdotti per il 2024 dall’attuale Governo, vogliamo chiarire cosa sono nel complesso.
Quando parliamo di bonus in busta paga ci riferiamo, nello specifico, ad un pacchetto di misure finalizzate ad uno sgravio contributivo a carico del datore di lavoro e del lavoratore.
La riduzione dei cosiddetti oneri da lavoro consente a chi è tenuto a farsene carico di ottenere un risparmio che, in questo caso, si traduce in un aumento della retribuzione percepita dal lavoratore.
Vedremo nel corso dell’articolo a quanto ammontano riduzioni e aumenti. Per ora, ci limitiamo a ricordare che questo meccanismo è stato introdotto nel 2022 dal Governo Draghi e potenziato nel 2023.
Di quali riduzioni stiamo parlando? Di quelle derivanti dal taglio del cuneo fiscale e dalla riforma delle aliquote Irpef, innanzitutto, che sono i due interventi più incisivi della manovra finanziaria alla base degli aumenti nelle buste paga del 2024.
Destinatari Bonus Busta Paga 2024
Per quanto riguarda i destinatari della misura essi sono tutti i lavoratori dipendenti tanto del settore pubblico, quando di quello privato, compresi quelli assunti con contratto di apprendistato. L’unica eccezione è rappresentata dai lavoratori domestici, esclusi dagli interventi in materia.
Inoltre, è da segnalare che l’applicazione del taglio del cuneo fiscale è garantita a tutti i contribuenti il cui reddito annuale non supera i 35mila euro.
Taglio Cuneo Fiscale 2024
Come appena chiarito, il taglio del cuneo fiscale verrà applicato fino al tetto massimo di 35mila euro annui di reddito.
Per quanto riguarda le novità in materia, a fronte di un primo intervento volto a rivedere le percentuali di sconto spettanti, alla fine il Governo ha dovuto fare marcia indietro. Anche per il 2024, quindi, si continuerà a seguire lo schema già adottato nel 2023, che comunque aveva portato ad un innalzamento della percentuale di sconto pari all’1,2% introdotta nel 2022.
Anche per il 2024, pertanto, le percentuali di sconto contributivo applicate saranno pari:
- al 6% per le retribuzioni imponibili fino a 2.692 euro, maggiorato, a dicembre, della tredicesima;
- al 7% per le retribuzioni imponibili non eccedenti l’importo mensile di 1.923 euro, maggiorato, a dicembre, del rateo di tredicesima.
Ma cos’è questo cuneo fiscale e perché è conveniente “tagliarlo”?
Il cuneo fiscale altro non è che l’insieme delle imposte che vanno ad incidere sul costo del lavoro e che gravano tanto sul lavoratore quanto sul datore del lavoro.
In pratica è ciò che viene trattenuto in busta paga dallo stipendio lordo e dovuto allo Stato.
Abbassare il cuneo fiscale significa, pertanto, apportare un vantaggio sia alle imprese sia ai lavoratori.
Nel primo caso, infatti, la diminuzione del costo del lavoro consentirebbe di investire nell’impresa; nel secondo si traduce in un maggiore risparmio e quindi guadagno in busta paga.
Riforma Aliquote Irpef
Il secondo importante intervento per l’abbassamento del costo del lavoro è quello relativo alla riforma delle aliquote Irpef. Già dal suo insediamento, l’Esecutivo aveva annunciato la volontà di procedere ad un’ulteriore riduzione delle aliquote Irpef e così ha fatto. Il secondo scaglione (aliquota del 25% per redditi compresi tra 15.001 euro e 28.000 euro) è stato accorpato al primo con estensione dell’aliquota al 23% fino a redditi non superiori a 28.000 euro.
Restano invariate le altre due percentuali pari al:
- 35% per redditi compresi tra 28.001 euro e 50.000 euro;
- 43% per redditi superiori a 50.001 euro.
Come abbiamo avuto modo di spiegare nel nostro approfondimento Riduzione Aliquote Irpef 2024, obiettivo della riforma (in parallelo al taglio del cuneo fiscale) è:
- spianare la strada all’introduzione della tanto attesa Flat Tax;
- tagliare le spese al reddito, che si traduce anche in questo caso in un ulteriore aumento in busta paga.
Questo perché l’Irpef, essendo un’imposta che grava su tutti i redditi prodotti durante l’anno da soggetti fisici (le persone) residenti in Italia, quali i lavoratori dipendenti, autonomi e i pensionati.
L’insieme di tutti questi redditi costituisce la base imponibile su cui vengono calcolate poi le aliquote. Per approfondire meglio l’argomento, però, ti invitiamo a leggere il nostro articolo Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche.
Altre Tipologie di Bonus: Premi di Produttività e Fringe Benefit
Un’altra misura in favore, in particolare delle imprese, è la conferma della detassazione al 5% dei premi di produttività, per somme fino a 3.000 euro con una soglia di reddito di 80.000 euro.
Ricordiamo che i primi di produttività sono compensi ulteriori riconosciuti nell’ambito della contrattazione collettiva o aziendale e legati per lo più ad incrementi di produttività, innovazione e qualità.
Quanto ai fringe benefit (ossia quei compensi erogati in natura o sotto forma di servizi), è previsto un nuovo intervento. Nel 2023, infatti, il limite di quelli erogabili era stato nuovamente abbassato alla soglia iniziale fissata dall’art. 51 comma 3 del TUIR, ossia a 258,23 euro. Unica eccezione, quelli erogati a lavoratori con figli a carico, per i quali la soglia stabilita è pari a 3.000 euro, come previsto dal DL Aiuti-Quater del 2022, che aveva innalzato la soglia rispettivamente a 600 e a 3.000 euro.
Per il 2024 si prevede un nuovo innalzamento della soglia per i lavoratori senza figli a carico e un abbassamento per quelli con figli a carico, nella misura rispettiva di 1000 e 2000 euro.
Aumenti Stipendi Dipendenti Pubblici
Segnaliamo, infine, le novità riguardanti gli aumenti in busta paga dei dipendenti del settore pubblico.
In questo caso a generare gli aumenti saranno non solo la detassazione degli straordinari e dei primi di risultato, ma anche quelli legati al rinnovo dei contratti collettivi, per i quali sono previsti incrementi del 6%, pari a circa 170 euro mensili.
Inoltre, i dipendenti pubblici hanno potuto godere già nel mese di dicembre 2023 dell’anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale 2024, di cui abbiamo avuto modo di parlare in questo articolo.