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Cedolino della Pensione Inps Dicembre 2023

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Da quando sarà possibile visualizzare il cedolino della pensione Inps di dicembre 2023?

Una domanda che, stavolta, interessa maggiormente i nostri lettori percettori di pensione. Perché a dicembre, oltre la consueta rata mensile, arriva anche la tredicesima mensilità.

Se questa è già una buona notizia, un’altra ancora renderà più felici i nostri pensionati. L’importo dell’assegno pensionistico, infatti, a dicembre sarà lievemente più alto rispetto agli altri mesi e in questo articolo vi spiegheremo perché. Inoltre, vi forniremo qualche informazione utile in merito ad un tema che, in questi giorni, è al centro di molti dibattiti: quello degli interventi in materia previsti per il 2024.

Procediamo con ordine e vediamo, per prima cosa, da quando sarà visibile il cedolino della pensione Inps e in quali date verrà effettuato il pagamento. 

Cedolino Pensione: quando e come visualizzarlo

Se vuoi sapere in anticipo a quanto ammonta l’importo della tua pensione nel mese di dicembre, devi consultare il tuo cedolino della pensione. Nel documento digitale (scaricabile in formato cartaceo) sono infatti contenute tutte le informazioni relative al tuo trattamento pensionistico, tra cui l’importo, la data prevista del pagamento, eventuali aumenti e arretrati o avvisi.

Per visualizzare il cedolino occorre collegarsi al sito Inps e accedere all’area Tutti i Servizi, cliccando da qui sulla voce Cedolino della Pensione. In alternativa è sufficiente digitare Cedolino Pensione nella barra di ricerca e, una volta individuato il servizio, cliccare su Utilizza Strumento, come è possibile vedere nel box sottostante. Si ricorda che al servizio si può accedere solo se si è in possesso di Spid, CIE o CNS.

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All’interno della pagina sono disponibili tutta una serie di servizi, tra cui quello che permette di confrontare i cedolini emessi o di recuperare la certificazione unica.

Per quanto riguarda la sua pubblicazione, l’Inps solitamente procede a caricare il documento all’incirca 10 giorni prima della data di pagamento.

Calendario Pagamento Pensione Dicembre 2023

Come abbiamo avuto modo di ribadire nei diversi articoli dedicati all’argomento, il pagamento della pensione rientra tra le prestazioni a scadenza fissa. Ciò significa che esse vengono effettuate seguendo un calendario stabilito, come avviene, ad esempio, anche per il pagamento di:

Ciò rappresenta un grande vantaggio, dal momento che il percettore in tal modo sa in anticipo quando percepirà il beneficio e potrà così organizzare al meglio le proprie spese.

Nel caso della pensione, il calendario prevede che i pagamenti vengano erogati all’inizio del mese, esattamente il giorno 1, salvo coincidere questa data con una festività. In quest’ultimo caso, l’erogazione slitterà al primo giorno lavorativo successivo.

Per quanto riguarda dicembre, cadendo il 1 giorno del mese di venerdì, il pagamento avverrà regolarmente in questa data.

Tuttavia, chi  in fase di domanda per la pensione ha selezionato come opzione di pagamento il ritiro presso gli uffici postali dovrà seguire un diverso iter.

Al fine di evitare code e affollamenti, il ritiro presso gli sportelli postali è stato suddiviso in diversi giorni, ripartiti per cognomi:

  • Venerdì 1 Dicembre 2023:  cognomi dalla lettera A alla C
  • Sabato 2 Dicembre 2023 (solo mattina): cognomi dalla lettera D alla K
  • Lunedì 4 Dicembre 2023: cognomi dalla lettera L alla P
  • Martedì 5 Dicembre 2023: cognomi dalla lettera Q alla Z

Chi ha scelto come modalità di pagamento il versamento presso uno sportello bancario oppure su un conto corrente bancario/postale, può procedere al ritiro della pensione presso lo sportello della Banca o ATM già a partire dal 1 dicembre.

Cedolino Pensione e Tredicesima

Dicembre è un mese sempre molto atteso da lavoratori e pensionati, dal momento che coincide con il pagamento della cosiddetta Tredicesima Mensilità.

Come si può dedurre dal nome, si tratta di una mensilità aggiuntiva di entità pari allo stipendio regolarmente percepito. 

Introdotta già in passato in maniera discrezionale, è stata poi resa obbligatoria ed estesa a tutti i lavoratori dipendenti e pensionati da leggi successive. 

Essa, in particolare, è stata introdotta non solo quale gratifica e incentivo al lavoro ma, venendo erogata a dicembre, anche come stimolo ad acquistare in occasione delle festività natalizie. 

Ciò determina, di conseguenza, un aumento dell’importo dell’assegno pensionistico, a cui si aggiunge un ulteriore bonus di 154,94 euro, ma solo per i percettori di pensione minima.

Questi sono tutti coloro che ricevono un assegno pensionistico lordo di importo non superiore a quello del trattamento minimo annuo, ossia pari o inferiore a 7.327,32 euro nell’anno 2023.

Ulteriori Aumenti Importo Pensione

Non sarà, però, solo la Tredicesima ad incidere sull’importo della pensione. La Legge di Bilancio 2023, infatti, è intervenuta in materia con una serie di misure volte a garantire un aumento degli importi dello 0,8%, soprattutto in risposta all’alto tasso di inflazione.

Più incisivo, invece, l’intervento sulle pensioni minime, con un aumento tale da fissare l’importo a 563, 74 euro per tutti i percettori under 75 (per gli over, invece, la soglia è stata innalzata fino a 600 euro).

Oltre a quelli legati alla rivalutazione, ulteriori aumenti sono quelli derivanti dalla Legge Finanziaria pari a 8,46 euro, nonché quelli derivanti dal pagamento degli arretrati legati alla rivalutazione, per il periodo gennaio-novembre 2023 e pari a 46,86 euro.

Pensioni 2024: le novità

Cosa cambierà in merito alle pensioni nel 2024? In attesa dell’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2024, le Camere stanno discutendo in merito alla bozza della Manovra varata dal Governo Meloni.

Tra le tante novità annunciate nei mesi precedenti, grande attenzione era concentrata sulla riforma delle pensioni, che avrebbe dovuto, nell’ottica dell’Esecutivo, portare alla cancellazione della Legge Fornero. Già lo scorso agosto, però, il Ministero dell’Economia e delle Finanze è intervenuto a tal proposito, comunicando uno stop ad un intervento così incisivo. La ragione fondamentale risiede nell’assenza di fondi necessari a copertura della riforma.

Per questo si è pensato di intervenire in maniera diversa, andando a rimodulare alcuni requisiti utili per l’accesso alle varie tipologie di pensione anticipata.

Sebbene dapprincipio l’obiettivo era incentivare queste forme di pensionamento, si è finito invece  penalizzando chi vi ricorre e premiando di contro coloro che, pur in possesso di tutti i requisiti, decidono di continuare a lavorare.

Quota 103

In particolar modo, molta attesa c’era stata in merito alla possibile entrata in vigore di una nuova formula di prepensionamento, Quota 104, in sostituzione di Quota 103.

Dopo l’annuncio, però, c’è stato un dietrofront. 

Ad oggi si parla di una riconferma di Quota 103, ma con alcuni aggiustamenti.

A fronte dei requisiti di accesso richiesti, che restano i medesimi (62 anni di età e 41 di contributi), sono state introdotte alcune misure penalizzanti, quali:

  • Prolungamento delle finestre d’attesa, ossia del periodo che intercorre tra la maturazione dei requisiti e l’uscita effettiva dal lavoro, che passa da 3 mesi a 7 per i lavoratori del settore privato e da 6 a 9 mesi per quelli del settore pubblico;
  • divieto di cumulo con altri redditi da lavoro oltre i 5mila euro;
  • la pensione verrà calcolata con il sistema contributivo, anche gli anni maturati nel periodo retributivo;
  • l’importo della pensione non deve superare un tetto massimo di 2250 euro (fino al raggiungimento dei requisiti previsti per la pensione ordinaria, ossia 67 anni di età e 20 di contributi).

Chi, al contrario, decide di proseguire, può vedersi assegnati, in aggiunta allo stipendio, della parte di contributi a proprio carico (Bonus Maroni).

Ape Sociale

Anche in questo caso, sono state introdotte alcune modifiche, riguardanti per lo più un innalzamento dell’età anagrafica necessaria per accedere a questa forma di pensione anticipata riservata a disoccupati, caregiver, disabili con invalidità pari o superiore al 74% e a coloro che svolgono lavori gravosi.

Infatti, potranno fare richiesta tutti coloro che hanno raggiunto 65 anni (anziché 63) e 5 mesi, con 36 anni di contributi.

Opzione Donna

Altro tema caldo è stato quello riguardante Opzione Donna. Anche qui si è parlato di una sua abrogazione all’inizio del nuovo anno (ricordiamo, infatti, che non si tratta di una misura strutturale) e riassorbimento, insieme all’APE Sociale, in una nuova tipologia. 

Alla fine, però, si è deciso per un suo prolungamento, ma anche in questo caso con alcuni aggiustamenti. 

Innanzitutto, possono accedere a questa forma pensionistica le lavoratrici (dipendenti o autonome) rientranti in una delle seguenti categorie: invalide, caregiver, disoccupate.

Come per Quota 103, anche qui il calcolo dell’assegno avverrà interamente col sistema contributivo. Sono innalzati gli anni anagrafici per poter presentare la domanda:

  • 61 anni (anziché 60) per coloro che non hanno figli;
  • 60 anni (anziché 59) per coloro che hanno almeno un figlio;
  • 59 anni (e non più 58) per coloro che hanno due o più figli.

Resta invariato il limite contributivo, fissato a 35 anni.

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Non sono previste variazioni, invece, per le altre tipologie di pensione (ordinaria e anticipata), salvo la previsione di un innalzamento dell’importo dovuto all’ordinaria rivalutazione.

Approfondimenti

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