Come-diventare-Docente-Esperto

Di docente esperto se ne è parlato molto di recente, ma chi sperava di vederlo “in azione” a partire da quest’anno scolastico, dovrà invece attendere il 2032 perché diventi pienamente operativo. Ad ogni modo, già nel 2023 dovremmo riuscire a saperne di più su modalità e stipendio.

Durante la seduta parlamentare per l’approvazione del Decreto Aiuti Bis è stata annunciata, non senza scalpori, l’introduzione della figura del “docente esperto”. Di cosa si tratta e perché ha suscitato tante polemiche?

In linea generale, prima di entrare nello specifico del tema, il “docente esperto” non avrà particolari funzioni o compiti in più rispetto a quelli dei suoi colleghi, se non quello di assisterli e guidarli nello sviluppo di una più avanzata offerta formativa; la differenza risiede nel riconoscimento di uno stipendio maggiore.

Le polemiche che ne sono sorte ruotano proprio attorno a questa diversità di trattamento, fermo considerando che non tutti avranno la possibilità di diventare docenti esperti, essendo il loro numero fissato in 8000 unità l’anno (circa 4 docenti esperti per ogni scuola).

Cerchiamo, ora, di analizzare più a fondo la questione.

Le novità introdotte dal Decreto Aiuti Bis

Per quanto riguarda la scuola il Decreto Aiuti Bis ha introdotto alcune novità. Scopo dell’intervento è quello di riportare al centro del sistema la figura del docente, attraverso la valorizzazione e il miglioramento della professione. 

In particolare, centrale diventa il percorso di formazione da svolgere in servizio e rivolto a tutti i docenti di ogni ordine e grado che permette di avere diritto ad un aumento della retribuzione una tantum da intendersi come accessoria allo stipendio nella misura del 10-20% del trattamento stipendiale. Questa sorta di bonus è ottenibile solo a seguito di un percorso formativo triennale concluso con una valutazione positiva. 

Il docente esperto: come funziona

La seconda novità, come accennato, riguarda l’introduzione, a partire dall’anno scolastico 2032/2033 della figura del “docente esperto”. 

L’articolo 37 del decreto stabilisce che è da ritenersi tale l’insegnante di ruolo che abbia conseguito una valutazione positiva per tre percorsi formativi consecutivi. Questa dà diritto all’ottenimento di un aumento di stipendio pari al 15% che, in cifre, ammonta a 5650 euro annui. 

Nelle intenzioni del legislatore, questa nuova figura rappresenterà un punto di riferimento per gli altri docenti, coadiuvando nell’individuazione di strumenti e metodologie di insegnamento avanzate e innovative, migliorative del sistema scolastico.

Ogni anno, a partire dall’anno scolastico 2032/33 e per i tre successivi (2033/34 – 2034/35 – 2035/36) si prevede l’inserimento di 8000 mila docenti esperti per un totale di 32000 unità.

Come diventare docente esperto

Abbiamo avuto modo di osservare che l’art. 37 del Decreto Aiuti bis pone in evidenza quali requisiti l’essere insegnante di ruolo e l’aver superato con esito positivo tre percorsi formativi consecutivi. Questi ultimi non sono obbligatori e sono strutturati in 15 ore per la scuola dell’infanzia e quella primaria e in 30 ore per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

I percorsi formativi prevedono alla loro conclusione una serie di progetti, tra cui mentoring, coaching, tutoring a sostegno degli studenti. Queste attività sono funzionali a consolidare o sperimentare nuove metodologie didattiche.

Un ultimo requisito riguarda l’obbligo, per chi ha ottenuto il riconoscimento di docente esperto, di restare in carica nella scuola dove ha ricevuto la qualifica per il triennio successivo.

Chi valuta i docenti? Questo è un altro aspetto che ha suscitato non poche discussioni. A giudicare l’idoneità dei partecipanti ai percorsi formativi sarà un Comitato di valutazione composto da “docenti non esperti” interno alla scuola stessa.

Il dibattito è ancora aperto, nonostante in molti siano favorevoli alla sua introduzione, in quanto espressione di un tentativo di apportare un cambiamento all’interno del sistema istruzione a lungo richiesto. Da qui al 2032 molte cose possono accadere e probabilmente molti miglioramenti possono essere apportati ad un decreto che, nell’urgenza delle dimissioni del Primo Ministro Mario Draghi e delle prossime elezioni, non ha ben saputo delineare tutti i passaggi o i criteri necessari alla sua attuazione.

In caso di eventuali sviluppi, noi di PosizioniAperte saremo i primi a darne notizia ai nostri lettori riportando tutti gli aggiornamenti intervenuti.

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