Se stai pensando di ritirarti dal lavoro per goderti finalmente la pensione, devi sapere che per muoverti in tal senso non è necessario attendere il compimento dei 67 anni di età e aver maturato 40 anni di contributi, requisiti peraltro richiesti per accedere alla Pensione di Vecchiaia.
Difatti, esistono numerose opzioni di Pensione Anticipata e una di queste di consente di richiedere le dimissioni a 64 anni con 38 anni di contributi previdenziali versati.
In questo articolo ti spieghiamo in cosa consiste tale possibilità, come richiederla, ma soprattutto a cosa devi fare attenzione per non perderla!
Panoramica sulla Pensione Anticipata
La pensione è uno dei traguardi più ambiti nel proprio percorso lavorativo e non tutti sono disposti ad attendere il raggiungimento di 67 anni per ritirarsi dal mercato, per ragioni che possono variare da un individuo all’altro, che sia perché la mansione è diventata troppo gravosa oppure per il semplice desiderio di riposarsi definitivamente.
Al momento in Italia esistono numerose possibilità di Pensione Anticipata, che sono state ampliamente presentate e spiegate nell’articolo linkato, ma per completezza facciamo un breve riassunto. In sostanza, le possibilità sono le seguenti:
- Pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne);
- Pensione anticipata per mansioni gravose o usuranti, o ancora, per i lavoratori precoci;
- Soluzioni temporanee in attesa di rinnovo annuale e/o aggiornamento da parte del Governo: Opzione Donna, APE Sociale e Quota 103.
Non solo, se hai compiuto 64 anni e hai versato 38 anni contributi, hai comunque la possibilità di accedere alla pensione, ma è indispensabile rispondere a determinati requisiti che vedremo meglio in seguito.
Attenzione perché tale opzione non è da confondere con la possibilità di andare in pensione sempre a 64 anni, ma con 20 anni di contributi, purché l’importo della prima rata di pensione non sia inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale, il cui ammontare viene aggiornato di anno in anno. Inoltre, i contributi devono essere stati versati a partire dal 1° gennaio 1996.
Pensione a 64 anni con 38 anni di contributi: come funziona
Per quanto riguarda la decorrenza, le tempistiche variano in base al tuo datore di lavoro, o meglio, alla gestione previdenziale che si occupa dell’erogazione della pensione anticipata.
In generale, per tutti i lavoratori dipendenti, la finestra di attesa prima della pensione è di 3 mesi, a partire dal raggiungimento dei requisiti; tuttavia, nel caso in cui il trattamento sia liquidato da una gestione esclusiva all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) o diversa dalla stessa, la prima decorrenza è fissata al primo giorno del mese successivo all’apertura della “finestra”.
Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, invece, devono trascorrere 6 mesi dalla maturazione dei requisiti, a meno che non si tratti di una gestione esclusiva dell’AGO o diversa da questa.
Detto ciò, considerando che i requisiti dovevano essere raggiunti entro l’anno 2022, tali tempistiche potrebbero variare, secondo quanto riportato dalla stessa Inps alla quale si presenta la richiesta.
Pensione a 64 anni con 38 anni di contributi: a chi si rivolge
È importante precisare che l’opzione di pensionamento a 64 anni con 38 anni di contributi viene conosciuta in gergo come Quota 102, una possibilità che nel 2023 è stata superata dalla Quota 103 ed altre formule temporanee.
Ciononostante, resta ancora un servizio usufruibile da parte del contribuente, purché abbia maturato i requisiti di cui sopra entro il 31 dicembre 2022.
Tieni presente che per il calcolo dei contributi versati e raggiungere il minimo richiesto, si possono cumulare anche altri versamenti effettuati verso l’AGO, forme sostitutive gestite dall’Inps oppure la Gestione Separata.
Infine, tale prestazione potrà essere erogata a tutti i lavori dipendenti, che siano nel settore pubblico o privato, o ancora, ai lavoratori autonomi, che abbiano comunque cessato il proprio rapporto di lavoro.
Attenzione alla cumulabilità della pensione!
Un aspetto a cui è importante prestare attenzione è che questo tipo di Pensione Anticipata non è cumulabile con altre fonti di reddito derivanti da prestazioni lavorative, comprese quelle effettuate all’estero.
Tale caratteristica, di fatto, si collega alla richiesta di cessazione del contratto di lavoro subordinato per riceverla; non puoi, dunque, continuare a lavorare come dipendente o come lavoratore autonomo per poter ricevere il trattamento pensionistico anticipato.
Esistono comunque dei limiti anche per questo tipo di incumulabilità: il primo è temporale, in quanto si tratta di una situazione che intercorre tra la data di decorrenza della pensione a 64 anni con 38 anni di contributi, al raggiungimento dei requisiti di Pensione di Vecchiaia.
In altre parole, l’incompatibilità a lavorare come dipendente decade nel momento in cui raggiungi 67 anni di età, o comunque il requisito anagrafico richiesto dalla normativa vigente.
In secondo luogo, l’unico reddito che potresti cumulare alla pensione anticipata è quello derivante dalle prestazioni occasionali, che ti consentono di guadagnare fino a 5.000€ l’anno senza perdere il trattamento previdenziale.
Difatti, se una volta richiesta la pensione Quota 102, dovesse risultare che sei ancora dipendente (non prestatore occasionale), questa potrebbe essere sospesa, con eventuale richiesta di recupero delle somme già corrisposte.
Pensione a 64 anni con 38 anni di contributi: come fare domanda
Leggendo la guida ti sei reso conto di aver maturato i requisiti nel corso del 2022? A questo punto potrai presentare la domanda di pensionamento collegandoti alla piattaforma Inps attraverso le tue credenziali Spid, CNS o CIE, accedendo attraverso il seguente link:
Portale Inps – INPS-Pensione anticipata con 64 anni di età e 38 anni di contribuzione
Se la procedura dovesse risultare troppo ostica e desideri maggiori delucidazioni in merito, puoi sempre contattare il servizio Contact Center al numero 800.164 dal telefono fisso, oppure al 06.164.164 da rete mobile.
Un’ultima opzione è quella di recarsi da un patronato di zona, portando tutta la documentazione necessaria.