La depressione è una malattia che richiede adeguata cura, anche dal punto di vista lavorativo, poiché è stata riconosciuta come condizione invalidante che rende difficile svolgere le normali attività lavorative.
Pertanto, è possibile usufruire del diritto alla malattia retribuita quando si è affetti da questa patologia, ma è necessaria una certificazione medica. Chi ne soffre, però, spesso si chiede: “Quanto tempo posso stare in malattia per depressione?“. Vediamo insieme quanti giorni di malattia per depressione può dare il medico, chi può rilasciare la certificazione e quali sono le procedure previste per gli accertamenti.
Depressione e lavoro: è possibile richiedere un congedo per malattia?
Chi sta affrontando la depressione lo sa, ci si trova a scontrarsi con moltissime difficoltà quotidiane, tra cui quella di recarsi al lavoro, situazione che può diventare estremamente difficile, se non addirittura impossibile, perché la depressione è in grado di influenzare profondamente la vita quotidiana, incluso l’ambito lavorativo.
Per curarsi e tornare a stare bene può essere utile fermarsi e prendersi una pausa in base alla gravità della situazione e questo può voler dire anche dare uno stop alla propria carriera lavorativa. Anche se può sembrare una prova ardua, è possibile essere supportati e mettersi in malattia per depressione, percependo un’indennità di malattia.
Certamente, è possibile richiedere un congedo lavorativo retribuito attraverso il sistema di indennità di malattia in caso di depressione. Tuttavia, affinché l’erogazione dell’importo da parte dell’Inps venga attivata, è imprescindibile ottenere una certificazione da parte di un medico. Nel corso dell’intero periodo di malattia pagato al 100%, il lavoratore affetto da depressione deve rispettare gli orari di disponibilità per le visite mediche, sia che si tratti di un dipendente nel settore privato sia che faccia parte della pubblica amministrazione. Bene, ma quanto tempo si può stare in malattia per depressione?
La risposta può variare: Di solito, un episodio di depressione maggiore ha una durata di almeno sei mesi (con oscillazioni nella durata tra i 3 e i 12 mesi). Nella maggior parte dei casi, si verifica una completa remissione e il livello di funzionamento dell’individuo torna ai livelli precedenti la malattia. Questa fase temporale è definita dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) e dagli accordi stipulati a livello aziendale o individuale, ma di solito la sua durata è legata all’anzianità di servizio:
- 3 mesi quando l’anzianità di servizio è inferiore a dieci anni;
- 6 mesi se l’anzianità supera i dieci anni.
- Si raccomanda di verificare le specifiche del proprio contratto di lavoro e comunque di rivolgersi ad un Consulente del Lavoro per il disbrigo delle pratiche.
Trattare la depressione in ambito lavorativo
Nel quotidiano, la depressione non si limita a tristezza o dolore, ma rappresenta uno spegnimento fisico e mentale che influenza le attività quotidiane fino a condurle alla paralisi. Fortunatamente, esistono posti di lavoro per persone fragili in smart-working anche se nei casi più acuti, risulta impensabile mantenere una produttività ed efficacia lavorativa.
Dunque, è possibile richiedere un periodo di assenza dal lavoro percependo l’indennità di malattia per affrontare la depressione? La risposta è positiva, ma affinché l’Inps proceda con il pagamento dell’importo, è necessaria una certificazione medica. In parole semplici, non basta una semplice dichiarazione personale, ma occorre un documento che attesti chiaramente la situazione in seguito a una visita specialistica. Il certificato medico che attesta la depressione è il fulcro di tutto il processo, poiché, oltre ai dettagli del lavoratore, contiene anche il numero di giorni di assenza retribuita.
I doveri del dipendente durante la malattia
Durante il periodo in cui si riceve l’indennità di malattia, il dipendente ha dei doveri nei confronti del datore di lavoro, il che è del tutto ragionevole. Per esempio, è importante essere reperibili durante gli orari stabiliti per le visite mediche dall’INPS. Tali orari variano in base al settore lavorativo di appartenenza. Nello specifico:
- Settore pubblico: dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00.
- Settore privato: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00.
Durante questi intervalli, il lavoratore deve essere presente all’indirizzo indicato nel certificato medico per consentire al medico incaricato dall’INPS di effettuare il controllo e confermare la condizione di malattia.
Naturalmente, è possibile giustificare l’assenza dalla visita medica quando è necessario sottoporsi a terapie e le visite devono avvenire solo durante gli intervalli previsti, oppure quando si va in farmacia per acquistare i farmaci necessari per il trattamento della patologia. Tuttavia, per chi lotta con la depressione, esistono delle eccezioni, poiché a volte è possibile essere esentati dall’obbligo di essere reperibili proprio per via della natura della malattia, che richiede libertà nell’affrontarla in modo soggettivo.
Indennità per malattia da ansia e depressione: obblighi dell’INAIL
L’INAIL non può fare distinzioni tra malattie di natura fisica e psichica, ma è tenuto a fornire una copertura assicurativa in entrambi i casi. Secondo quanto riportato dal sito dell’INAIL, è prevista un’indennità economica a sostituzione del salario.
Anche per le situazioni di ansia e depressione, l’INAIL è tenuto a erogare un contributo economico al lavoratore, a partire dal quarto giorno di assenza fino alla completa guarigione, a condizione che sia dimostrato il nesso causale con l’attività lavorativa. L’indennità media sarà del 60% fino al novantesimo giorno e del 75% dal novantunesimo giorno fino alla guarigione clinica. Nel caso di ricovero, l’INAIL può ridurre del 33% l’importo dell’indennizzo erogato nei confronti dei lavoratori senza familiari a carico.
Procedura di Richiesta della Malattia
Di seguito sono elencati i passaggi da seguire per richiedere al datore di lavoro il congedo retribuito per depressione.
- Comunicare tempestivamente al datore di lavoro
Una delle prime cose da fare anche se può non essere semplice, è quella di seguire le modalità e i termini stabiliti dal regolamento aziendale e dal contratto collettivo per informare il datore di lavoro che si sta soffrendo di depressione.
- Contattare il proprio medico
È necessario ottenere un certificato medico dal medico curante e inviarlo telematicamente all’INPS entro il giorno successivo alla comparsa della patologia.
- Comunicare il numero di protocollo al datore di lavoro
Come avviene per qualsiasi altra malattia, il medico curante fornirà un numero di protocollo, da comunicare all’azienda. Questo permette al datore di lavoro di verificare la prognosi, cioè i giorni esatti di assenza retribuita dal lavoro. È essenziale rispettare i termini temporali stabiliti dal contratto, altrimenti potrebbero scattare sanzioni disciplinari. L’azienda potrebbe utilizzare il numero di protocollo anche per eventuali visite mediche ispettive.