Riforma-Fiscale-2023-cosa-cambia-per-i-Lavoratori

Considerando gli aumenti dei prezzi dei beni e delle materie prime, a fronte di uno stipendio che non accenna ad uniformarsi di conseguenza, diventa sempre più impellente il bisogno di emanare delle riforme che possano in qualche modo agevolare i contribuenti.

Nel corso del 2023 sono state avanzate una serie di proposte, che hanno lo scopo principale di cambiare il carattere vessatorio dello Stato, instaurando un rapporto collaborativo con il cittadino per ridurre drasticamente il problema dell’evasione fiscale.

L’ultimo provvedimento emanato in tal senso è la Legge Delega n. 111/2023 che, in sostanza, stabilisce una tempistica massima di 24 mesi entro i quali il Governo dovrà adottare uno o più provvedimenti che riguardano la revisione del sistema tributario.

In questo articolo scopriamo quali sono i principali cambiamenti previsti per il lavoratore secondo la Riforma Fiscale 2023.

Riforma Fiscale 2023: una panoramica generale

Uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi anni è la questione dello stipendio medio del lavoratore in Italia, considerato ancora insufficiente a sostenere gli aumenti costanti dei costi della vita.

Non solo, stando alle nostre ricerche, a confermare il dato intervengono Uffici statistici, fra cui spiccano Eurostat e OpenPolis: da una parte i giovani italiani fra i 18 e i 24 anni pare percepiscano gli stipendi più bassi d’Europa, mentre dall’altra, sembra che il nostro sia l’unico Stato ad aver persino abbassato il reddito di 2,9% fra il 1990 e 2020!

Nonostante la situazione sia preoccupante, è stato più volte ribadito dall’attuale Governo che non è possibile intervenire aumentando gli stipendi, almeno per ora, ma è indispensabile riformare il sistema tributario, per ridurre le tasse applicate sui redditi e allentare la morsa sempre più stringente sui contribuenti.

È proprio in questo contesto che si inserisce la Riforma Fiscale 2023, che prevede numerosi decreti legislativi applicabili a diverse fasce di lavoratori, che siano dipendenti, autonomi, titolari di partita Iva o persino imprenditori.

Ecco i punti cardini che vengono affrontati nel Titolo II Capo I del testo, riguardante i tributi:

  • Revisione e riduzione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef);
  • Riduzione dell’aliquota IRES;
  • Revisione dell’imposta sull’IVA;
  • Revisione dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).

È chiaro che il problema principale è quello di reperire tutti i fondi necessari per poter finanziare i provvedimenti, che si stima richiedano almeno 15 miliardi di euro, la maggior parte dei quali impegnati per il taglio del cuneo fiscale.

Ma scopriamo nel dettaglio come cambierebbe la situazione dei lavoratori.

Rinforma Fiscale 2023: le aliquote Irpef

Il primo punto che il Governo intende affrontare è forse quello che interessa alla maggior parte dei lavoratori e riguarda le aliquote Irpef, ovvero la percentuali di imposte che viene applicata direttamente negli stipendi.

Al momento, il sistema attuale è basato sugli scaglioni reddituali e prevede quattro opzioni, che variano da 15.000€ a oltre 50.000€ lordi annuali.

Si tratta di un argomento che abbiamo già affrontato in un articolo precedente, intitolato Nuove Aliquote Irpef 2023, che ti invitiamo a consultare per ricevere informazioni più dettagliate.

In questa sede facciamo un breve riepilogo per completezza, specificando che nel prossimo futuro, presumibilmente nel 2024, si intende accorpare due delle quattro fasce reddituali, applicando la stessa aliquota, secondo le ipotesi riportate nella seguente tabella:

RIFORMA FISCALE 2023: ALIQUOTE IRPEF
FASCE DI REDDITOALIQUOTE ATTUALIIPOTESI 1IPOTESI 2
Fino a 15.000€23%23%23%
15.001 – 28.000€25%
28.001 – 50.000€35%27%35%
Maggiore di 50.001€43%43%43%

Facciamo presente che l’obiettivo finale secondo il viceministro dell’Economia Maurizio Leo è quello di arrivare alla Flat Tax, ovvero un’aliquota unica applicata a tutte le fasce di reddito.

Infine, sempre per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, si prevede una tassazione agevolata per gli straordinari, la tredicesima e i premi produzione.

Riforma Fiscale 2023: partite Iva e piccole medie imprese

La Riforma Fiscale 2023 anticipa dei cambiamenti anche per i lavoratori titolari di partita Iva o che comunque gestiscono delle piccole medie imprese, in quanto dal 1° gennaio 2024 verrà introdotto il Concordato Preventivo Biennale.

In parole semplici, l’Agenzia delle Entrate effettua un’ipotesi di reddito per i successivi due anni, con relative imposte e contributi sulla base imponibile, che il contribuente potrà accettare per sapere in anticipo quanto versare, evitando così eventuali contestazioni sull’Irpef e avendo la piena certezza degli importi da pagare.

Detto ciò, non cambia comunque l’adempimento a tutti gli altri obblighi fiscali, compreso il versamento dell’Iva.

Per quanto riguarda le previsioni dell’Agenzia, devi sapere che si baserebbero sui dati ISA, ovvero sugli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale. A tal proposito, sono nate delle perplessità sull’estensione del Concordato Preventivo Biennale anche ai regimi forfettari, in quanto per legge non sono soggetti a redigere l’ISA; pertanto, ci si chiede come si possano elaborare le previsioni reddituali future. Ma poiché dal 2024 anche i forfettari dovranno emettere fatture elettroniche, si pensa che verranno inseriti nella platea in un secondo momento.

Per ciò che concerne l’Iva, invece, è prevista una riesamina per renderla più attinente alle nuove normative UE, andando a coinvolgere anche altre imposte sui redditi, che non riguardano solo la categoria dei lavoratori. Si parla, dunque, di semplificazione dei rimborsi e razionalizzazione delle aliquote Iva.

Riforma Fiscale 2023: aliquota IRES

Si prevendono grandi cambiamenti anche per i lavoratori titolari di società, in quanto in prima istanza è stata confermata l’aliquota ordinaria del 23% sull’Imposta sui Redditi delle Società (IRES), per l’appunto.

Tuttavia, il regime fiscale sarà agevolato sulla parte di reddito che nel prossimo biennio sarà destinata ad investimenti, soprattutto se qualificati, a nuove assunzioni o a schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili. Non sono inclusi in questa categoria tutti i redditi derivanti dagli utili.

Per tutte quelle società che, invece, non possono beneficiare di tale agevolazione, si prevede la possibilità di fruire di eventuali incentivi fiscali per gli investimenti qualificati, oppure di maggiorazioni della deducibilità dei costi di assunzione.

Se si dovessero applicare tali provvedimenti, si potrebbe assistere certamente ad aumento delle possibilità di crescita delle opportunità nel mercato lavorativo, diminuendo di conseguenza la percentuale di disoccupazione che, come dichiarato dall’Istat, attualmente è a quota 7,3%.

Altre disposizioni per i Lavoratori

All’interno della Riforma Fiscale 2023 vi sono numerose altre disposizioni che hanno lo scopo di riformare il sistema delle tasse, rendendole più eque e meno gravanti sul bilancio di ogni singolo nucleo familiare.

Per esempio, ecco le ipotesi avanzate:

  • Riduzione della Ritenuta d’Acconto per il lavoratore autonomo;
  • Versamento mensile degli acconti di novembre che riguardano le imposte sui redditi per le partite Iva soggette all’ISA;
  • No Tax Area applicata ad un’unica fascia di esenzione fiscale, per un reddito massimo di 8.174€, sia per lavoratori dipendenti, che per pensionati.

Approfondimenti:

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