Rivalutazione-della-Pensione-2024

È ufficiale: da gennaio 2024 sono previsti degli aumenti sul cedolino, grazie alla Rivalutazione della Pensione annunciata qualche settimana fa alla Conferenza Stampa di Palazzo Chigi.

In sostanza, il calcolo dell’importo aggiuntivo viene effettuato prendendo in considerazione quante volte il lordo supera la pensione minima e la percentuale di inflazione calcolata dall’Istat annualmente, per un totale di sei fasce diverse a scalare.

In questo articolo andremo ad affrontare nel dettaglio l’argomento, spiegando quali sono le percentuali previste dal Disegno di Legge di Bilancio 2024, peraltro presentato al Parlamento nei giorni scorsi, che puoi scaricare in formato PDF al seguente link: DDL 996 TOMO I.

Per quanto riguarda le principali novità introdotte dalla Manovra 2024, è un argomento che in parte abbiamo già trattato in precedenti articoli che ti invitiamo a consultare:

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Rivalutazione della Pensione 2024: partiamo dalle basi

Prima di comprendere come funziona la Rivalutazione della Pensione, è necessario far chiarezza sul trattamento minimo, in quanto è il primo termine di valutazione per stabilire l’effettiva percentuale di aumento, nonché la fascia rientrante.

La pensione minima non è una manovra recente, dal momento che è stata esplicitata con il DL 463/1983 per garantire a tutti i cittadini una vita dignitosa, potendo così pagare spese fisse e viveri; a tale importo viene chiaramente integrato il calcolo dei contributi versati attraverso il proprio lavoro. Ciò significa che il totale della pensione non dovrebbe essere inferiore al trattamento minimo previsto dalla legge.

Chiarito questo aspetto, bisogna far presente che il valore della pensione minima cambia di anno in anno, basandosi sui calcoli dell’Istat riferiti al costo della vita. Come ben saprai, il problema attuale è la percentuale dell’inflazione troppo elevata, che si ripercuote sugli aumenti dei prezzi di materie prime e servizi. Alla fine di ogni anno l’ente stabilisce il suo valore fisso, che viene poi utilizzato per il successivo calcolo delle pensioni.

Per l’anno 2023 l’Istat aveva calcolato una percentuale di perequazione del 7,3%, che è stata applicata fin dal 1° gennaio, per un importo pari a 563,74€ al mese come trattamento minimo, con un aumento di circa 40€ rispetto all’anno precedente. Chiaramente in questo calcolo non stiamo prendendo in considerazione le rivalutazioni extra, che vedremo nel dettaglio più avanti.

Per quanto riguarda la Rivalutazione della Pensione 2024, non è ancora stato stabilito il valore di perequazione da parte dell’Istat (un dato che si attende per le prossime settimane e su cui ti aggiorneremo), ma per l’anno prossimo sono comunque previste delle fasce di applicazione.

Rivalutazione della Pensione 2024: le fasce percentuali

Anche se ancora non si conosce il dato inflazionistico definitivo che emetterà l’Istat, il Disegno di Legge presentato al Parlamento ha già stabilito la percentuale di applicazione della perequazione sulle pensioni a partire da gennaio 2024.

Il principio è quello di considerarlo al 100% per i trattamenti più bassi entro una certa soglia limite, per poi scalare progressivamente la percentuale, fino a giungere al minimo di 22% destinato alle cosiddette “pensioni d’oro”.

Di seguito ti forniamo un breve riassunto sulle percentuali di Rivalutazione della Pensione previste per il 2024, in base all’importo lordo percepito mensilmente:

  • Per gli importi fino a 4 volte maggiori il trattamento minimo Inps entro un massimo di 2.254,96€, si calcola il 100%;
  • Per gli importi da 4 a 5 volte maggiori il trattamento minimo Inps entro un massimo di 2.818,70€, si calcola l’85% (non più il 90% come dichiarato in Conferenza Stampa ad ottobre);
  • Per gli importi da 5 a 6 volte maggiori il trattamento minimo Inps entro un massimo di 3.382,44€, si calcola il 53%;
  • Per gli importi da 6 a 8 volte maggiori il trattamento minimo Inps entro un massimo di 4.509,92€, si calcola il 47%;
  • Per gli importi da 8 a 10 volte maggiori il trattamento minimo Inps entro un massimo di 5.637,40€, si calcola il 37%;
  • Per gli importi più di 10 volte maggiori il trattamento minimo Inps, ovvero superiori a 5.637,40€, si calcola il 22%.

Ti ricordiamo che tali informazioni sono presenti all’articolo 29 del DDL linkato all’inizio del presente testo.

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Esempio sulla Rivalutazione della Pensione 2024

Senza conoscere il dato di calcolo aggiornato dell’Istat risulta difficile effettuare una previsione pratica sull’importo che effettivamente andresti a trovare in più sulla tua pensione a partire da gennaio 2024, ma si può comunque effettuare un esempio per comprendere meglio come funziona il calcolo.

Per facilitare la questione, prendiamo in esame la perequazione Istat stabilita per il 2023, ovvero del 7,3% e applichiamola alle fasce indicate in precedenza, che si riferiscono all’anno 2024.

Ecco il dato che ne risulterebbe:

  • Fascia 100%: si applica tutto il 7,3%, per un aumento da 41€ fino a 164€ al mese;
  • Fascia 85% che si applica sul dato Istat, che diventa in questo caso 6,60%, per un aumento da 148€ a 186€;
  • Fascia 53% che si applica sul dato Istat che diventa 3,87%, per un aumento da 109€ a 130€;
  • Fascia 47% che si applica sul dato Istat che diventa 3,43%, per un aumento da 116€ a 154€;
  • Fascia 37% che si applica sul dato Istat che diventa 2,70%, per un aumento da 121€ a 152€;
  • Fascia 22% che si applica sul dato Istat che diventa 1,61%, per un aumento minimo di 90€.

Ti ricordiamo ancora una volta che si tratta di calcoli effettuati sulla perequazione Istat valida per il 2023 e non su quella aggiornata; pertanto, si tratta solo di un esempio per meglio comprendere l’applicazione delle Rivalutazioni previste per il 2024.

Inoltre, tutti gli aumenti vengono calcolati sul lordo mensile percepito, compresa la tredicesima, escludendo altresì le prestazioni fiscalmente non imponibili, come la pensione di accompagnamento o la cosiddetta “quattordicesima”.

Rivalutazione Extra per le Pensioni Minime

Fino ad ora abbiamo preso in considerazione la Rivalutazione delle Pensioni che si applica a tutti gli importi percepiti, seppur con percentuali differenti; ma devi sapere che l’Esecutivo ha espresso più volte la volontà di tagliare le agevolazioni sulle fasce reddituali più alte, per favorire quelle più svantaggiate.

Tutto ciò si traduce in rivalutazioni extra sulle pensioni minime, con percentuali che peraltro erano già state introdotte per l’anno 2023 e che vengono confermate per tutto il 2024.

In particolare, ecco i punti salienti da ricordare:

  • Per chi appartiene alla fascia minima, alla quale è già applicato il 100% della perequazione Istat, viene aggiunto un rialzo dell’1,5%, sempre seguendo le procedure di calcolo spiegate in precedenza;
  • Per gli over 75 il trattamento pensionistico minimo di base è di 600€ lordi al mese.

Approfondimenti:

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