Contratto a chiamata

Contratto a chiamata

Il contratto a chiamata (o lavoro intermittente, secondo la definizione ufficiale) è un tipo di contratto lavorativo che prevede la disponibilità del lavoratore ad essere chiamato per svolgere la propria attività solo quando necessario, senza un orario fisso di lavoro. Questo contratto offre flessibilità sia al lavoratore che al datore di lavoro, ma presenta anche limiti e divieti da rispettare. In questo articolo, ti forniremo tutte le informazioni necessarie sui contratti a chiamata.

Contratto a Chiamata: come Funziona?

Di come funziona il contratto a chiamata poco se ne parla, sebbene sia un tipologia contrattuale molto diffusa.

In questa guida descriveremo cos’è un contratto a chiamata e quali sono le regole che disciplinano questo tipo di lavoro subordinato, il cui carattere principale è l’intermittenza della prestazione, specificando quali sono i diritti e gli obblighi di entrambe le parti coinvolte (lavoratore-datore di lavoro) sulla base di quanto previsto dall’ordinamento e dalla contrattazione nazionale. 

Contratto a chiamata: cos’è?

Come accennato, il contratto a chiamata è una tipologia di lavoro subordinato, caratterizzata da prestazioni intermittenti. 

Più nello specifico, questo contratto, che può essere a tempo determinato o indeterminato, prevede un accordo in base al quale il lavoratore dà la sua disponibilità lavorativa ad un datore di lavoro laddove necessiti di una prestazione lavorativa per un dato periodo di tempo e secondo le esigenze individuate dai contratti collettivi o, in assenza, da Decreti del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Si può ricorrere al contratto a chiamata, ad esempio, nei casi in cui ci sia bisogno di personale extra: si pensi ai camerieri, baristi, ma anche operai, agricoltori, e via dicendo, di cui si necessita in particolari periodi dell’anno o per determinate circostanze.

Se questo è, in generale, il contenuto del rapporto di lavoro intermittente, vediamo ora come esso viene disciplinato in merito agli impegni che entrambe le parti in causa sono tenute a rispettare.

Come funziona il contratto a chiamata

Sulla base di quanto sopra esposto, è bene precisare che il contratto di lavoro a chiamata non è stipulabile sempre. Esistono, infatti, degli specifici divieti di legge che impediscono, in determinate circostanze, di ricorrere alla prestazione intermittente di un lavoratore. 

Condizioni e divieti

Laddove non vi siano impedimenti, è pur sempre necessario osservare delle condizioni, alcune oggettive, altre soggettive, quali:

  • l’osservanza dei criteri stabiliti dai CCNL;
  • un limite di tempo corrispondente ad un periodo un periodo non superiore a 400 giornate di lavoro effettivo;
  • l’osservanza dei limiti di età dei lavoratori, in base ai quali possono stipulare un contratto a chiamata soggetti soggetti con età compresa tra i 24 ed i 55 anni, ma con restrizioni legate al tipo di attività svolta oppure di età inferiore ai 24 anni e di età superiore a 55 anni (in questo caso per lo svolgimento di qualsiasi tipo di attività. 

Per quanto riguarda i divieti, invece, non è possibile ricorrere a questo contratto:

  • per sostituire lavoratori in sciopero;
  • nei casi in cui, nei 6 mesi precedenti, l’azienda ha disposto licenziamenti collettivi e intende compensare con lavoratori a chiamata assunti per le stesse mansioni di quelli licenziati;
  • nei casi in cui è in corso un procedimento di cassa integrazione;
  • quando il datore di lavoro non ha adempiuto ai doveri previsti in materia di sicurezza dei lavoratori.

Gli adempimenti

Quando si stipula un contratto di lavoro a chiamata assume particolare rilievo il requisito della disponibilità.

Per capire meglio ciò di cui stiamo parlando, dobbiamo tenere a mente la natura del rapporto di lavoro, che comporta a carico del datore di lavoro l’impegno di avvertire per tempo il lavoratore e ciò deve avvenire in modalità telematica (alla stessa maniera è tenuto a comunicare la chiamata, anche da parte del lavoratore, all’Ispettorato del lavoro). Per quanto concerne i termini di preavviso, la legge stabilisce che la comunicazione deve essere preventiva e non inferiore a un giorno lavorativo.

A questo punto entra in gioco la disponibilità. C’è differenza, infatti, tra: 

  • contratto di lavoro a chiamata con disponibilità: in questo caso il lavoratore è tenuto a rispondere alla chiamata del datore (salvo impedimenti oggettivi, debitamente comunicati al datore), ricevendo per questo un’indennità di disponibilità pari al 20% della retribuzione; 
  • contratto di lavoro senza disponibilità: si ha quando il lavoratore ha la possibilità di rifiutare la chiamata.

La retribuzione

Per quanto riguarda il compenso per la prestazione svolta, il lavoratore assunto con contratto di lavoro a chiamata ha diritto ad una retribuzione oraria pari a quella spettante ad un altro impiegato nella stessa azienda e nella stessa mansione.

Trattandosi di un contratto di lavoro subordinato, anche se con le sue particolarità, si ha comunque diritto a tutti i trattamenti spettanti, quali diritto alla tredicesima e alla quattordicesima, alle ferie, nonché al trattamento di fine rapporto (TFR).

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