Quando un argomento è sentito come quello della Pensione e le norme cambiano spesso, occorre tornarci spesso. E quindi parliamo ancora di pensioni e, nello specifico, ci concentreremo in questa guida sul Calcolo della Pensione Netta, perché tra i nostri lettori ci sono ancora dubbi che bisogna chiarire.
A che serve sapere a quanto ammonta al netto la pensione e come si calcola? E’ chiaramente importante perché il netto è il denaro che entra direttamente nel conto corrente del pensionato e quindi è quella voce della pensione che interessa di più.
In questo articolo parleremo anche delle recenti novità in materia introdotte dalla Legge di Bilancio e dai successivi emendamenti.
Pensione e Reddito da Lavoro
Cosa c’entra il reddito da lavoro con la pensione? La risposta è: molto. Prima di spiegarlo, però, ricapitoliamo per sommi capi cos’è la pensione.
Si tratta di una prestazione economica erogata dall’Inps ai lavoratori che ne fanno domanda una volta raggiunti determinati requisiti: anagrafici e contributivi. La legge, in situazioni ordinarie, prevede che l’accesso alla pensione sia subordinato al conseguimento del 67esimo anno di età e alla maturazione di almeno 20 anni di contributi (la classica pensione di vecchiaia). Sappiamo, però, che esistono altre tipologie pensionistiche che prevedono requisiti anagrafici e contributivi differenti.
Se ne deduce che l’importo della pensione non è fissato per legge all’unanimità, ma viene determinato secondo parametri differenti. In ogni caso, punto di partenza per determinare l’ammontare dell’importo pensionistico è il reddito da lavoro.
C’è di più: in quanto prestazione economica, la pensione è equiparata al reddito da lavoro, specie sotto il profilo della tassazione. Così, ad esempio, come avviene per il reddito da lavoro subordinato, laddove il datore di lavoro in qualità di sostituto d’imposta trattiene una parte dello stipendio, nel caso della pensione il sostituto d’imposta è l’Inps, che effettua una ritenuta ritenuta alla fonte, dal momento che anche la pensione costituisce fonte di reddito valida ai fini IRPEF.
Sono escluse dalla tassazione, però, tutte le prestazioni previdenziali di tipo assistenziale, quali:
La ragione è da individuare sia nella condizione di svantaggio in cui versano i beneficiari, sia perché questo tipo di prestazione non è collegata ad alcun riferimento contributivo.
Pensione: a Quanto Ammonta sul Reddito?
Chi fosse interessato a conoscere in anticipo, anche se in maniera approssimativa, quanto percepirà di pensione, deve sapere che è possibile farlo attraverso un semplice calcolo, per il quale bisogna considerare:
- una prospettiva del numero di contributi versati durante tutti gli anni di lavoro (cd montante contributivo);
- l’età della pensione (che varia sulla base della tipologia pensionistica a cui si ricorre: di vecchiaia, Quota 103, Opzione donna, ecc…);
- coefficiente di trasformazione, ossia un coefficiente applicato alle pensioni contributive (aggiornato di recente) che varia a seconda dell’età in cui si va in pensione (se si va in pensione a 57 anni, il coefficiente di trasformazione è pari al 4,27%, a 67 anni è di 5,72%, e così via).
A questo punto si procede moltiplicando il montante contributivo per il coefficiente di trasformazione fissato in base all’età in cui si va in pensione.
In generale, rispetto al passato, tra pensione e ultimo stipendio percepito (tasso di sostituzione) la differenza è notevolmente cambiata, in peggio.
Per calcolare la pensione, esiste anche uno strumento online messo a disposizione dall’Inps, La mia pensione, tramite il quale è possibile, anche, verificare, l’importo dei contributi versati, utile per calcolare l’importo presunto dell’assegno pensionistico che si percepirà.
Attenzione, però: con questo calcolo, bisogna ricordare, che si tiene (approssimativamente) l’ammontare lordo di una futura pensione. Bisogna determinare a questo punto il netto.
Come Calcolare la Pensione Netta
Come accennato, per determinare l’importo netto della pensione si procede grosso modo come avviene per la detrazione delle imposte dovute in busta paga, ossia togliendo le tasse, consistenti in:
- imposta IRPEF sulla base dello scaglione di reddito;
- addizionali comunali e regionali.
Una volta sottratte le tasse si aggiungono le detrazioni spettanti.
A tal proposito, da gennaio 2023 è entrato in vigore un nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni, che favorisce quelle più basse e penalizza le altre, specie quelle superiori a 4 volte il trattamento minimo (ossia quelle superiori a 2.102,52 € lordi al mese).
Pertanto, alla somma ottenuta sottraendo le tasse, si deve aggiungere l’aliquota prevista in quel dato trattamento economico.
Approfondimenti
PosizioniAperte.com ha già affrontato la questione in questo articolo, a cui rimandiamo per ulteriori approfondimenti.
Ricordiamo che il nuovo meccanismo introduce 6 fasce di perequazione, col proposito di fronteggiare l’aumento dei prezzi dei beni di consumo e in generale il costo della vita, ma anche per contenere la spesa pensionistica, che rischia di gravare pesantemente sulle casse dello Stato.