Previdenza Complementare

Sempre più italiani integrano la classica Pensione dell’Inps con la cosiddetta Pensione Integrativa o Previdenza Complementare: si tratta in pratica di una pensione privata, stipulata con una Banca o con un Assicurazione, per la quale si accantona ogni mese una cerca cifra, in modo da avere appunto un’integrazione alla pensione quando si avrà finalmente raggiunto l’età per terminare il lavoro.

Vediamo insieme come funziona la Pensione Complementare, quanto si può dedurre e scaricare ogni anno, quali sono le migliori pensioni complementari e soprattutto se conviene farla.

Previdenza Complementare: cosa dice la Legge?

La Previdenza Complementare è un sistema di pensionamento che integra quello pubblico fornito dall’INPS. Non è assolutamente obbligatoria e nasce come alternativa ad avre la sola pensione dell’Inps, perché non sempre garantisce una pensione adeguata per mantenere il tenore di vita a cui si è abituati durante la vecchiaia. La Previdenza Complementare, infatti, permette di accumulare ulteriori risorse che possono essere erogate sotto forma di pensione integrativa. Sappiamo bene infatti che la Pensione non è proprio corrispondente a quanto era lo stipendio quando si lavorava: quindi, soprattutto che ha un ruolo da quadro o dirigente ha cominciato a guardar a questo genere di prodotti finanziari, sia per le detrazioni che per avere qualche spicciolo in più da pensionato.

La Legge sulla Previdenza Complementare (Legge n. 353 del 23 dicembre 1990) regola l’istituzione e l’organizzazione di forme di previdenza complementare, volontarie e a partecipazione obbligatoria. Queste forme possono essere costituite sia da singoli lavoratori che da gruppi di lavoratori e possono essere gestite sia da enti pubblici che privati.

L’INPS e la Previdenza Complementare

L’INPS fornisce informazioni sulle opportunità offerte dalla Previdenza Complementare e sulle modalità per aderire ai diversi piani. La Previdenza Complementare, infatti, non è automatica e richiede una scelta attiva da parte del lavoratore. Per questo, l’INPS mette a disposizione una serie di servizi online per supportare i lavoratori nella scelta della forma più adatta alle proprie esigenze.

Cosa Deve Fare chi vuole aderire

Il lavoratore che desidera aderire alla Previdenza Complementare deve valutare le diverse opzioni offerte e scegliere quella che meglio risponde alle proprie esigenze. È importante, inoltre, valutare l’entità dei contributi che verranno versati e il tipo di pensione che verrà erogata in futuro. Il lavoratore può anche decidere di cambiare piano in qualsiasi momento, ma deve tenere presente che le scelte effettuate in precedenza influenzeranno la pensione che verrà erogata in futuro.

Pensione Integrativa: quanto si può dedurre?

In Italia, la legge prevede anche la possibilità di dedurre dalla propria dichiarazione dei redditi una parte dei contributi versati alla Pensione Integrativa.

La deducibilità fiscale della Previdenza Complementare è limitata ad un importo massimo di 2.067,57 euro all’anno.

Per poter beneficiare della deducibilità fiscale dei contributi alla Pensione Integrativa, è necessario tener conto delle proprie esigenze e delle proprie condizioni personali. I lavoratori che desiderano aderire alla Pensione Integrativa devono valutare con attenzione i vantaggi fiscali che ne derivano e scegliere il piano pensionistico più adatto alle proprie esigenze.

Differenza tra Pensione Integrativa Accumulo e Rendita

Ci sono diverse tipologie di Pensione Complementare, nella maggiorparte dei casi tuttavia può essere erogata sotto forma di Accumulo o di Rendita. Entrambe le forme hanno lo scopo di fornire una forma integrativa di previdenza ai lavoratori, ma ci sono alcune differenze significative tra le due forme.

Pensione Complementare Accumulo: Questa forma di Pensione Integrativa prevede la costituzione di un fondo pensione gestito da una società di assicurazione o da una società di gestione del risparmio. I contributi versati dal lavoratore vengono accumulati nel fondo e investiti in vari strumenti finanziari. Il rendimento ottenuto dall’investimento viene utilizzato per finanziare la pensione del lavoratore alla fine della sua carriera lavorativa.

Pensione Complementare Rendita: Questa forma di Pensione Integrativa prevede la costituzione di un contratto di assicurazione con una compagnia di assicurazione. Il lavoratore versa contributi regolari alla compagnia di assicurazione e, in cambio, la compagnia di assicurazione si impegna a fornire una rendita mensile al lavoratore durante la sua pensione. La rendita viene calcolata in base all’età del lavoratore e al livello di contributi versati.

La differenza principale tra Pensione Integrativa Accumulo e Rendita sta nella modalità di erogazione della pensione.

Quale Pensione Complementare scegliere

Fatti tutti i ragionamenti del caso, valutate le detrazioni e stabilito che comunque serve, ora ci troviamo nella questione della scelta. Tra tutte le Pensioni Complementari che ci sono, quale sono le migliori? Quale conviene scegliere e perché? Per avere un risposta occorre senz’altro rivolgersi al proprio consulente del lavoro o al commercialista, che sapranno dare un’indicazione obiettiva, in base al nostro reddito.

Stiamo parlando infatti pur sempre di un prodotto finanziario, un fondo che ha i suoi rischi. Ad ogni modo, vediamo quali sono al momento le pensioni complementari più convenienti:

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