Superbonus 110%: tutte le novità e gli aggiornamenti in vigore a partire dal 2023: c’è veramente uno Stop al Bonus 110?.
Con l’approvazione della legge di Bilancio 2023 e il Decreto Aiuti-quater, il Governo è intervenuto anche in materia di Superbonus, limitando la misura dell’agevolazione, seppur con particolari deroghe e proroghe, al fine di contenere la spesa pubblica e porre rimedio ad alcune inosservanze e squilibri contro i quali il precedente esecutivo non era intervenuto.
In questo approfondimento, oltre ad una panoramica sulle nuove regole riguardanti l’agevolazione, vedremo l’ultimo importante intervento approvato in materia di cessione del credito e le sue conseguenze. Aspetto quest’ultimo che sta già facendo molto discutere.
Superbonus 110%: facciamo chiarezza
Introdotto dal DL n.34/2020 (cosiddetto Decreto Rilancio), il Superbonus 110% è, in sostanza, un’agevolazione che permette di detrarre il 110% delle spese sostenute per apportare interventi agli edifici nell’ottica di miglioramenti di natura energetica, antisismica e statica degli stessi.
Una misura che si affianca ad altre, quindi, già esistenti, quali l’Ecobonus (per la riqualificazione energetica degli edifici) e il Sismabonus (per il recupero del patrimonio edilizio, inclusi quelli antisismico), introdotte dal DL n.63/2013 e altre ancora.
Circa la sua applicazione, la detrazione è viene ripartita tra gli aventi diritto, in 4 quote annuali di pari importo, entro i limiti dell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi.
Gli interventi agevolabili
Il Superbonus permette di intervenire sugli edifici per apportare miglioramenti non solo dal punto di vista strutturale ma anche energetico, in un’ottica sempre più green e di risparmio.
Nello specifico, tramite l’agevolazione è possibile apportare:
- interventi di isolamento termico dei muri degli edifici;
- sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni;
- sostituzione di impianti di climatizzazione invernale sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti (villette e assimilabili);
- interventi antisismici;
- interventi di efficientamento energetico;
- installazione di impianti solari fotovoltaici;
- infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici;
- interventi di eliminazione delle barriere architettoniche.
Superbonus 100%: per quali edifici?
Il Decreto ha individuato specifiche categorie di immobili cui destinare le agevolazioni. Questi comprendono:
- condomini;
- persone fisiche detentrici di un diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento sul bene (proprietà, nuda proprietà, uso, enfiteusi, abitazione)
- persone fisiche proprietarie (o comproprietarie con altre persone fisiche) di edifici costituiti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente indipendenti.
- Case popolari (Iacp) o altri enti gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica;
- Onlus, associazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale;
- associazioni e società sportive dilettantistiche,ma solo per interventi limitati a immobili o parte di essi adibiti a spogliatoi.
Supebonus 110% 2023: cosa cambia
Già in campagna elettorale, gli attuali esponenti del Governo avevano annunciato interventi significativi in materia di Superbonus, in considerazione non solo degli imponenti costi per le casse dello Stato ma anche a fronte di mancata trasparenza riscontrata in molti casi.
La questione è stata affrontata e dibattuta in sede di approvazione della Legge di Bilancio e alla fine è stato trovato un accordo circa gli interventi da apportare alla misura a partire dal 2023, prevedendo per i lavori iniziati prima di questa data una serie di modifiche o proroghe.
Vediamo allora quali sono le principali novità.
Superbonus da 110% a 90%
La novità principale riguarda la modifica alla percentuale di detrazione ottenibile con il Superbonus che non coprirà più il 110% delle spese, ma il 90%.
Come accennato, esistono però delle eccezioni, per le quali bisogna tenere in considerazione una serie di fattori, quali la data di presentazione della CILAS (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata Superbonus), una percentuale di lavori già eseguita, la delibera assembleare, ecc…
Queste eccezioni, più nello specifico, riguardano unità immobiliari quali villette, abitazioni unifamiliari e condomini.
Villette e unità unifamiliari
Queste categorie immobiliari usufruiscono da gennaio 2023 della detrazione del 90%, a condizione che:
- il contribuente sia titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare;
- la stessa unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale;
- il contribuente abbia un reddito non superiore a 15.000 euro.
. Tuttavia, esiste la possibilità di continuare ad usufruire della percentuale agevolata al 110% solo nei casi:
- di spese sostenute fino al 31 marzo 2023;
- di lavori effettuati per almeno il 30% dell’intervento complessivo alla data del 30 settembre 2022.
Condomini
A differenza del caso precedente, per i condomini è stata prevista una disciplina diversa, con una progressiva diminuzione della percentuale di agevolazione per le spese sostenute fino al 2025, per cui:
- agevolazione del 110% per spese sostenute fino al 31 dicembre 2022;
- agevolazione del 90% per spese sostenute nel 2023;
- agevolazione del 70% per spese sostenute nel 2024;
- agevolazione del 65% per spese sostenute nel 2025.
Per quanto riguarda il primo caso è importante che agli atti risulti:
- la delibera assembleare di approvazione dei lavori disposta entro il 18 novembre 2022 e Cilas presentata entro il 31 dicembre 2022;
- delibera assembleare approvata tra il 19 e il 24 novembre 2022 e Cilas presentata entro la data del 25 novembre 2022;
- richiesta del titolo abilitativo per interventi di demolizione e ricostruzione presentata entro la data del 31 dicembre 2022.
Superbonus 110%: casi eccezionali
Un caso eccezionale, per cui è previsto il riconoscimento del Superbonus al 110% da utilizzare fino al 31 dicembre 2025 è quello riguardante gli interventi:
- Ecobonus e Sismabonus nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a partire dal 1° aprile 2009;
- interventi analoghi effettuati dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, di volontariato iscritte;
- interventi analoghi effettuati dalle associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale e nei registri regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano, attive nel campo dei servizi socio-sanitari e assistenziali in strutture sanitarie.
Stop alla cessione del credito
Ultimo intervento del Governo è stato lo stop alla cessione del credito. Con l’approvazione del relativo decreto legge viene meno uno dei punti di forza del Superbonus, ossia la possibilità per chi non avesse a disposizione le risorse necessarie da investire per l’esecuzione dei lavori di cedere il credito a:
- banche;
- intermediari finanziari e assicurazioni;
- all’impresa esecutrice.
Chi opta per questa soluzione al posto della detrazione ottiene dal concessionario la liquidità per pagare l’impresa (o le imprese), in cambio di una percentuale sul valore del credito; inoltre l’ente a cui viene ceduto il credito acquisisce l’agevolazione fiscale che sarebbe spettata al richiedente che può usarla in compensazione nell’arco di tempo di 5 o più anni.
Il secondo vantaggio consisteva nel fatto che si potessero effettuare più cessioni del credito, fino ad un numero massimo di 3. Nel 2023, anzi, si era prospettato di aumentarle fino a 5.
Chi potrà continuare ad usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura è chi ha presentato la Cilas prima dell’entrata in vigore del decreto.
Il divieto, ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, si è reso necessario per arginare un fenomeno che ha comportato un ammontare di crediti pari a 110 miliardi.
Ma a fronte di tale divieto, il rischio denunciato dalle associazioni di categoria è quello di provocare il fallimento di molte imprese. Per questo è previsto un incontro tra il ministro e le stesse, al fine di studiare una strategia per scongiurare questa ipotesi.
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