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Come si effettua il calcolo della NASpI? In questa breve guida illustreremo tutto ciò che occorre sapere per capire in anticipo quando si percepirà di sostegno economico in caso di disoccupazione.

Saperlo, infatti, può essere utile a chi, ad esempio, è stato assunto con contratto a tempo determinato in vista della scadenza del periodo di lavoro, come da accordo tra le parti. Ma può essere utile, ovviamente, anche in altre situazioni. 

NASpI: cos’è e a chi spetta

Introdotta con Legge Legge n.22/2015, la NASpI, che ha sostituito le precedenti Aspi e Mini-Aspi, è una misura economica di sostegno al reddito riconosciuta di diritto a tutti i lavoratori subordinati che hanno perso l’occupazione per cause non dipendenti dalla loro volontà. Il riconoscimento, però, non è automatico, ma subordinato al possesso di alcuni requisiti, tra i quali rileva l’aver maturato tredici settimane contributive nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Dal 2022, invece, è venuto meno il requisito delle 30 giornate di lavoro effettivamente svolto nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. 

Per accedere al sostegno Naspi è necessario presentare un’apposita domanda all’Inps. Vedremo più avanti come procedere. 

Ci limitiamo qui a descrivere la disciplina, avendo più volte trattato l’argomento sul nostro sito. A chi volesse approfondire, segnaliamo alcuni degli articoli in cui parliamo di indennità di disoccupazione, potendo leggerli tutti accedendo al nostro archivio digitale:

Chi può richiedere la Naspi?

Per quanto riguarda la platea degli aventi diritto, riportiamo qui le categorie di lavoratori cui spetta la NASpI, oltre la già ricordata categoria dei lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà:

  • agli apprendisti;
  • ai dipendenti pubblici assunti con contratto di lavoro a tempo determinato;
  • ai soci di cooperative in rapporto di lavoro subordinato all’interno delle stesse;
  • personale del mondo dello spettacolo assunto con contratto di lavoro subordinato;
  • e dal 2022 agli operai agricoli a tempo indeterminato assunti con contratto di lavoro subordinato da cooperative e loro consorzi.

Di contro, non spetta:

ai dipendenti della Pubblica amministrazione assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato;

  • agli operai agricoli con contratto a tempo determinato;
  • ai lavoratori stagionali extracomunitari, in quanto destinatari specifica normativa;
  • lavoratori che  hanno raggiunto l’età per richiedere la pensione di vecchiaia o anticipato;
  • ai lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, salvo non scelgano la NASpI.

Esistono, però, delle eccezioni alla regola secondo cui la perdita del lavoro deve avere avuto origine da cause non dipendenti dalla volontà del lavoratore. Queste riguardano i casi di:

  • Licenziamento per Giusta Causa;
  • Dimissioni Volontarie presentate durante il periodo di maternità, purché intervenute tra i 300 giorni prima della presunta data del parto e fino al compimento del primo anno di vita del figlio;
  • cessazione del rapporto di lavoro su base consensuale, intervenuta nell’ambito della procedura di conciliazione ex art.7 L. n.604/66.

NASpI: come si calcola?

Abbiamo dunque indicato chi sono i soggetti destinatari di quella che viene comunemente chiamata indennità di disoccupazione. Se rientri in una di queste categorie, ecco allora che potrà esserti utile sapere come viene calcolata l’indennità a te spettante. 

Per meglio aiutarti a comprendere, procederemo, dopo aver illustrato il calcolo, ad un esempio pratico.

Partiamo da un dato certo: l’importo dell’indennità di disoccupazione corrisponde al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali che è stata percepita nel corso degli ultimi 4 anni, integrata del 25% se l’importo ottenuto dal calcolo è superiore al valore limite stabilito annualmente dalla legge e che per il 2023 è pari a 1.227,55 euro.

In ogni caso l’importo massimo che può essere erogato è pari a 1.335,40 euro.

Fatte queste premesse, procediamo con il calcolo. Per effettuare questo è necessario prendere in considerazione:

  • il numero di settimane di contribuzione, che per legge devono essere almeno 13;
  • la retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni;
  • un coefficiente numerico pari a 4,33.

A questo punto, tutto ciò che bisogna fare è dividere la retribuzione media degli ultimi 4 anni per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicare il quoziente ottenuto per 4,33.

Se il risultato ottenuto è inferiore al valore massimo di 1227,55 euro, l’importo della Naspi sarà pari al 75% della retribuzione. Se è invece superiore, al 75% va sommato un ulteriore 25%. L’importante è non superare il limite massimo di 1335,40 euro erogabile per legge.

Per altri esempi, leggi anche:

Un esempio pratico

Proviamo ad applicare il calcolo sopra mostrato ad un esempio pratico. Supponiamo che un lavoratore abbia lavorato 2 anni nel corso degli ultimi 4, maturando così 106 settimane di contribuzione e producendo un reddito lordo annuo pari a 24 mila euro.

Stando a quanto descritto, dobbiamo dividere 24.000 per 106, col risultato di 226,41. Quest’ultimo va moltiplicato poi per 4,33. Quindi, 226,41×4,33= 980,35. 

In questo caso il risultato così ottenuto è inferiore al massimo erogabile di 1335, 40 euro, e la Naspi corrisposta sarà pari al 75% della retribuzione.

Qualora il risultato fosse stato maggiore del valore stabilito per legge, avremmo dovuto aggiungere al 75% di 1335,40 un ulteriore 25%.

Disoccupazione: per quanti anni dura?

La Naspi può essere corrisposta per un massimo di due anni. Tuttavia, dopo alcuni mesi (aumentati a partire da gennaio 2022), l’importo percepito viene diminuito in questo modo:

  • del 3% a partire dal sesto mese di fruizione;
  • del 3% dell’importo dall’ottavo mese di fruizione per gli over 55 o per chi ha compiuto gli anni alla data di presentazione della domanda.

Come presentare la domanda e tempi di erogazione

La NASpI non viene corrisposta automaticamente a seguito della perdita del lavoro, ma è necessario presentare un’apposita domanda all’Inps entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. 

La richiesta può essere inoltrata:

  • in modalità online sul portale Inps
  • tramite l’ente di Patronato o Caf territorialmente competente; 
  • tramite Contact Center al numero verde 803164.

Grazie al servizio MyINPS è possibile monitorare lo stato di avanzamento della procedura e, in caso di accoglimento, tutto ciò che riguarda la Naspi.

Una volta accolta la domanda, il diritto all’erogazione scatta:

  • dall’ottavo giorno successivo la data di conclusione del rapporto di lavoro, se la domanda è stata presentata entro questo termine;
  • dal giorno successivo alla data di presentazione della domanda qualora sia stata presentata successivamente all’ottavo giorno. 

L’erogazione avviene mensilmente, salvo si sia optato per il versamento in un’unica soluzione. 

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